Sarà noto ai nostri lettori, come infatti riportato qualche giorno fa, che la Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Vicenza, ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di dodici persone, indagate, a vario titolo, per i reati di inquinamento ambientale e omessa bonifica in relazione ai lavori di realizzazione delle Superstrada Pedemontana Veneta.
Gli indagati, si diceva, tra cui componenti degli organi di amministrazione del Consorzio S.I.S. S.c.p.a. e della S.P.V. S.p.A., nonché responsabili tecnici e direttori di cantiere, sono ritenuti coinvolti nella gestione delle opere di realizzazione della SPV, in particolare per quanto riguarda:
- la galleria naturale di Malo, nei territori comunali di Castelgomberto (VI) e Malo (VI);
- la galleria naturale di Sant’Urbano, nel territorio di Montecchio Maggiore (VI).
Cgil interviene
Sull’argomento è intervenuta con un suo comunicato la Cgil di Vicenza esprimendo preoccupazione per le sorti del territorio pedemontano.
“L’inchiesta della Procura di Vicenza – dice il sindacato – ha fatto emergere un ulteriore grave danno ambientale e una situazione ancora molto preoccupante: una contaminazione significativa e dannosa nelle acque superficiali e sotterranee nelle aree interessate dai lavori di realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta (SPV), causata dall’utilizzo e dallo sversamento di una sostanza contenente Pfba, della famiglia dei Pfas; 3 milioni di metri cubi di terra da scavo, con una concentrazione elevata di Pfba, trasferiti per lo smaltimento in 20 cave e discariche nel territorio veneto”.
Il dibattito è solo all’inizio
I primi allarmi erano stati dati la scorsa estate dalle consigliere regionali Vanessa Camani e Chiara Luisetto alle quali si era aggiunto un paio di settima fa, sempre dai banchi dell’opposizione regionale veneta, il loro collega Andrea Zanoni.
Evidentemente al corrente delle indagini in corso, i consiglieri non hanno mancato di aggiungere le ulteriori preoccupazioni causate dalla SPV, al malcontento per i costi dell’opera che graveranno per anni sui bilanci regionali, oltre per i costi dei pedaggi, mitigati recentemente dallo stesso gestore che per favorire l’affluenza soprattutto da parte dei pendolari, ha abbassato notevolmente i costi nelle tratte non superiori ai 25 chilometri.
A nulla sono valse le assicurazioni della Regione circa il contante controllo e monitoraggio svolti costantemente dal gestore e dall’Arpav.
Insomma, nonostante l’opera si stia rivelando di indubbia utilità per il traffico dal quale essa sgrava le arterie urbane o per i tempi di percorrenza per raggiungere gli aeroporti di Treviso e Venezia da tutte le località della Pedemontana, non trova pace e continua ad alimentare il dibattito tra i suoi detrattori, complici, appunto, i costi di cui si è detto ed il nuovo allarme ambientale, che sarebbe tutt’altro che trascurabile.

Stigmatizzano i sindacati
Per dare manforte, dunque, ai rappresentanti dell’opposizione che siedono sui banchi regionali, e che dell’argomento ambientale stanno facendo materia di campagna elettorale (si veda anche QUI), si è schierata la Cgil che denuncia responsabilità politiche, istituzionali che avrebbero sottostimato le segnalazioni e le richieste di verifica sull’utilizzo di sostanze dannose alla salute, quali i Pfas, nelle opere stradali.
I sindacati, ancora, considerano discutibile il rapporto costi-benefici soprattutto se valutato dal lato della sostenibilità ambientale, e criticano l’affidamento delle opere tramite il sistema della Finanza di Progetto che garantirebbe profitti certi ai privati e pesanti oneri finanziari a carico dei bilanci pubblici e dell’intera collettività.
“Al di là degli sviluppi dell’iter giudiziario – ribadiscono Cgil Veneto e Fillea Veneto – chiediamo alla Regione e agli organismi competenti di agire da subito per mettere in sicurezza e bonificare le aree, le falde e i siti dove sono state depositate le terre da scavo, attivare al più presto un percorso di sorveglianza sanitaria per la popolazione coinvolta e per tutti i lavoratori che hanno operato alla realizzazione dei lavori, in particolare delle gallerie di Malo e Sant’Urbano”.