Trump torna a prendersela con Putin: "Dice ca..ate e uccide troppe persone"
Washington ora ci ripensa sulla riduzione dell'invio di armi a Kiev. Ieri altri 3 morti e 7 feriti

Donald Trump rompe gli indugi e torna ad attaccare frontalmente Vladimir Putin, in un’escalation verbale che accompagna un inatteso cambio di rotta sul dossier ucraino.
Trump accusa Putin: "Insignificante"
Dopo giorni di incertezza e l’annuncio dello stop alle forniture militari americane a Kiev, il presidente Usa ha confermato che gli aiuti riprenderanno. E lo ha fatto con toni durissimi:
"Putin dice un sacco di ca..ate", ha dichiarato Trump senza mezzi termini. "Sta uccidendo troppa gente, molte delle quali sono i suoi stessi soldati", ha aggiunto.

Le sue parole, pronunciate alla stampa durante l’incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, suonano come un’accusa aperta nei confronti del leader del Cremlino, definito "sempre gentile ma insignificante".
Un’irritazione crescente che, secondo Trump, deriva dalla mancanza di volontà da parte russa di cercare una reale soluzione negoziata alla guerra:
"Sono molto deluso, francamente, che non si sia fermato", ha detto, riferendosi ai colloqui recenti con Putin.
E ha preannunciato la possibilità di nuove sanzioni “molto dure” contro Mosca.
Armi a Kiev: retromarcia USA dopo lo stop
Il nuovo corso di Trump sulla guerra in Ucraina arriva dopo che il capo del Pentagono Pete Hegseth aveva disposto il blocco di parte delle forniture militari, tra cui i sistemi anti-missile Patriot, a causa di una revisione delle scorte seguita ai raid americani sui siti nucleari iraniani. Attualmente, secondo fonti del Pentagono, gli Stati Uniti disporrebbero solo del 25% dei Patriot previsti per le proprie esigenze strategiche.

Nonostante ciò, Trump ha assicurato che gli Stati Uniti consegneranno subito 10 intercettori a Kiev – meno della metà delle 30 unità originariamente promesse – e ha chiesto al suo staff di lavorare con alleati come la Germania per esplorare l’opzione di un ulteriore rafforzamento delle difese ucraine. L’obiettivo è garantire "stabilità, continuità e prevedibilità" nella fornitura di armi, come ha sottolineato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Zelensky: "Ora servono azioni concrete"
In un discorso alla nazione, Zelensky ha ringraziato per l’impegno americano, ma ha chiarito che ora servono azioni rapide.
Today, I instructed Ukraine’s Minister of Defense and the Commander-in-Chief to intensify all contacts with the American side. We now have the necessary political statements and decisions, and we must implement them as quickly as possible to protect our people and our positions.… pic.twitter.com/CEeAC5Cmxk
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) July 8, 2025
"Le decisioni politiche devono essere attuate subito per proteggere il nostro popolo e le nostre posizioni. Questo riguarda principalmente la difesa aerea", ha affermato, annunciando di aver incaricato il suo ministro della Difesa e il capo di Stato Maggiore di intensificare i contatti con la parte americana.
Trump, intanto, avrebbe proposto che anche la Germania partecipi all’acquisto di ulteriori batterie Patriot, condividendo i costi con Washington. Berlino, secondo i suoi funzionari, avrebbe già dato più sistemi di qualunque altro alleato Nato, inclusi gli stessi Stati Uniti.
Mosca: "Scelta che prolunga la guerra"
Fredda e sferzante la reazione del Cremlino. Il portavoce Dmitry Peskov ha dichiarato che "queste azioni non rientrano nella logica di una soluzione pacifica", accusando l’Occidente di ostacolare i negoziati e favorire "la prosecuzione delle ostilità". Pur senza attaccare direttamente Trump, Peskov ha ribadito che la linea dell’Unione Europea e della Nato è tesa a "prolungare i combattimenti".

La Russia continua a mantenere gli Stati Uniti nella sua lista dei Paesi ostili, ma ha comunque espresso apprezzamento per ogni sforzo che punti a un dialogo diretto. Per ora, però, la tensione resta alta e l'orizzonte diplomatico lontano.
Notte di sangue a Kursk
Nel frattempo, sul campo, la guerra non si ferma. A Kursk, in Russia, a pochi chilometri dal confine con l’Ucraina, un attacco con droni ha provocato la morte di tre persone, tra cui un soldato della guardia nazionale, e il ferimento di altre sette.
Lo ha riferito il governatore ad interim della regione, Aleksandr Khinshtein, secondo cui il sergente maggiore si trovava su una spiaggia cittadina per evacuare civili quando è avvenuta una seconda esplosione.
Un ulteriore segnale che il conflitto è tutt’altro che congelato e continua a colpire anche il territorio russo, mentre le forniture militari occidentali tornano a essere un fattore decisivo per la tenuta del fronte ucraino.
Ue: pronto un fondo da 100 miliardi
Nel frattempo, anche l’Unione Europea si prepara a rilanciare il proprio sostegno a Kiev. Secondo fonti citate da Bloomberg, Bruxelles starebbe valutando la creazione di un fondo da 100 miliardi di euro da includere nel prossimo bilancio settennale.
Il piano prevede che i finanziamenti inizino a essere erogati dal 2028, offrendo all’Ucraina una prospettiva di sostegno a lungo termine nel caso in cui il conflitto si prolunghi ancora per anni.