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Ossa sane con la “vitamina del sole”

Il ruolo della vitamina D tra prevenzione, metabolismo e benessere quotidiano

Ossa sane con la “vitamina del sole”

La vitamina D, conosciuta anche come “vitamina del sole”, svolge una funzione cruciale per l’organismo. Si presenta in due forme: la vitamina D2, introdotta tramite l’alimentazione, e la vitamina D3, sintetizzata dalla pelle grazie ai raggi ultravioletti B. Il suo contributo spazia dal supporto al sistema immunitario al corretto metabolismo del calcio, influenzando direttamente la salute delle ossa.

Funzioni e importanza

La vitamina D partecipa a processi fondamentali per il benessere generale. È coinvolta nel funzionamento del sistema immunitario, dell’apparato cardiovascolare e del sistema endocrino. Regola l’assorbimento di calcio e fosforo nell’intestino e, insieme all’ormone paratiroideo, aiuta a mantenere l’equilibrio tra il calcio presente nel sangue e quello immagazzinato nelle ossa. Questa vitamina rappresenta quindi un vero punto di raccordo tra pelle, sistema ormonale e apparato scheletrico.

Conseguenze della carenza

Una carenza di vitamina D può causare disturbi anche seri. Nei bambini può portare al rachitismo, mentre negli adulti può favorire osteomalacia, fragilità scheletrica e problemi dentali. In assenza di un’adeguata mineralizzazione, le ossa diventano più vulnerabili e il rischio di deformazioni o cedimenti aumenta. Nelle fasce d’età più giovani il ruolo della vitamina D è particolarmente determinante per lo sviluppo armonico dell’apparato scheletrico.

L’esposizione al sole

La principale fonte di vitamina D resta l’esposizione ai raggi solari. Dieci o quindici minuti al giorno, anche al mattino o nel tardo pomeriggio, sono generalmente sufficienti per una persona giovane durante le stagioni più luminose. Esporre viso, mani e avambracci permette una sintesi cutanea efficace, spesso garantita da una normale attività all’aperto.

La vitamina D nella dieta

Oltre alla luce solare, l’alimentazione può contribuire all’apporto di vitamina D. Il pesce ricco di grassi – come salmone, sardine, aringhe e tonno – ne contiene buone quantità, così come l’olio di fegato di merluzzo, i tuorli d’uovo, il fegato e alcune verdure a foglia verde, tra cui bietole, cicoria, cavolo riccio e broccoli. Sono disponibili anche alimenti arricchiti, come latte e yogurt, margarina, latte di soia e cereali per la prima colazione, che rappresentano un valido supporto nella dieta quotidiana. La fortificazione alimentare con vitamina D è considerata una strategia efficace per migliorare l’apporto complessivo.

Gli integratori: quando servono davvero

In caso di carenza certificata, la vitamina D può essere assunta tramite integratori. Questa soluzione, però, va sempre valutata con il medico, il quale determina dosi, modalità e durata della terapia sulla base di esami del sangue specifici. È importante evitare il fai da te: una supplementazione non necessaria o eccessiva può causare effetti tossici, motivo per cui gli integratori devono essere utilizzati con la stessa attenzione riservata ai farmaci veri e propri.