Un soldato israeliano ucciso, almeno cento vittime di “attacchi potenti e immediati”, di cui almeno 35 minori. La tregua sulla Striscia di Gaza è sempre più in bilico. Ma dagli Stati Uniti Trump e il suo vice Vance parlano di “scaramucce”.
Tregua a Gaza sempre più a rischio
Negli ultimi giorni nuovi scontri hanno riacceso il conflitto tra Forze di Difesa Israeliane (IDF) e Hamas, mettendo a rischio quanto fino a oggi è stato negoziato a livello internazionale.
Nel pomeriggio del martedì 30 ottobre 2025, le Forze di Difesa Israeliane hanno annunciato che un riservista israeliano è stato ucciso nell’area di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, in un attacco attribuito a terroristi palestinesi.
Un evento che ha rappresentato un punto di rottura, secondo il governo di Gerusalemme, perché è stata considerata una violazione del cessate il fuoco in vigore.
Netanyahu ordina di attaccare
Subito dopo l’attacco, il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha avvertito che Hamas “pagherà a caro prezzo” l’aggressione al soldato dell’IDF e la mancata restituzione dei corpi degli ostaggi.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato all’esercito di eseguire “attacchi potenti e immediati” contro infrastrutture e postazioni di Hamas a Rafah, definendo l’azione di Hamas “una grave violazione del cessate il fuoco”.
Parallelamente, l’ala militare di Hamas ha dichiarato di aver recuperato i corpi di due ostaggi — indicati come Amiram Cooper e Sahar Baruch — nella Striscia di Gaza. Tuttavia, ha precisato che non intende consegnarli a Israele nel breve termine, invocando come motivo le «violazioni» del cessate il fuoco da parte israeliana.
Ripresa dei bombardamenti e aumento delle vittime
Fonti mediche locali nella Striscia di Gaza hanno riferito che, con il ritorno dei bombardamenti israeliani, il bilancio dei morti è salito ad almeno 100 vittime nelle ultime ore.
Per gli Usa sono solo “scaramucce”
La situazione non sembra preoccupare particolarmente gli Stati Uniti. Il presidente Donald Trump si è detto sicuro:
“Nulla metterà a repentaglio la tregua a Gaza”.
E ha poi giustificato l’operazione di Israele:
“Giusto che reagisca se viene ucciso un soldato”.
Spavaldo nelle sue dichiarazioni anche il vicepresidente J.D. Vance:
“La pace resisterà, nonostante le scaramucce“.
Tregua sempre più a rischio
Nella realtà, la tregua – se mai c’è stata davvero – è sempre più a rischio. L’accordo di cessate il fuoco — mediato dagli Stati Uniti e da altri attori internazionali — prevedeva, tra gli altri elementi, la restituzione dei corpi degli ostaggi e l’interruzione delle ostilità. Tuttavia, episodi come l’attacco a Rafah, la mancata consegna degli ostaggi e i bombardamenti aerei israeliani hanno messo seriamente in discussione il rispetto degli impegni.
Quanto accaduto nelle ultime ore mostra come un singolo attacco — quello che ha provocato la morte del riservista israeliano a Rafah — abbia riacceso un conflitto che sembrava, seppure fragilmente, sotto controllo. La tregua nella Striscia di Gaza rimane in piedi, ma è evidentemente molto precaria.