In Cina una proprietaria di casa nella provincia di Jiangsu è riuscita a rallentare per due anni un maxi progetto ferroviario da 38 miliardi di yuan, rifiutandosi di lasciare la sua abitazione se non dietro un risarcimento milionario.
La casa che ha bloccato la ferrovia
Il progetto della nuova linea ad alta velocità tra Jiangsu, Zhejiang e Shanghai era partito nel 2020 e procedeva a ritmo record: in pochi anni, dei 163 chilometri previsti, gran parte era già completata. L’unico ostacolo era una “casa chiodo”, come vengono chiamate in Cina le abitazioni i cui proprietari resistono agli sfratti.
La protagonista della vicenda, conosciuta come “zia Zhang”, pretendeva inizialmente 100.000 yuan al metro quadrato (circa 14.000 dollari), cifra ben superiore ai limiti consentiti dalla legge. Non solo: col passare del tempo arrivò a raddoppiare la richiesta, puntando a un risarcimento di circa 14 milioni di dollari complessivi.
Le trattative
Le autorità avevano messo sul piatto un’offerta generosa: 5 milioni di yuan (700.000 dollari) più tre nuove abitazioni equivalenti. Tutti i suoi vicini avevano già accettato, ma Zhang continuava a resistere, convinta che lo Stato non potesse permettersi di fermare l’opera a causa sua.
La soluzione
Nel frattempo, i costruttori aggirarono l’ostacolo realizzando il viadotto ferroviario da entrambi i lati della casa, che rimase isolata e divenne un caso nazionale. Foto e riprese con droni rimbalzarono sui media, attirando una pressione crescente sull’ostinata proprietaria.
Alla fine, dopo due anni di stallo e soffrendo di gravi problemi di salute legati allo stress, zia Zhang ha ceduto: accetterà l’indennizzo previsto dalle normative ufficiali. Con la sua resa, la “casa chiodo più testarda di Jiangsu” non sarà più d’intralcio alla nuova ferrovia ad alta velocità.