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In Giappone puoi noleggiare una nonna: tra business e connessione umana

Con circa 3.300 yen all’ora (poco meno di 18 euro), si può usufruire dell’aiuto di una over 60 per cucinare piatti tradizionali, ricevere compagnia o trovare supporto emotivo

In Giappone puoi noleggiare una nonna: tra business e connessione umana

In Giappone, ormai, si può fare quasi tutto tramite un’app. Ma l’ultima trovata del Paese del Sol Levante supera ogni fantasia: ora puoi affittare una nonna. Non in realtà virtuale, non in 3D, ma reale, con calore umano, saggezza e mani da cuoca.

Il servizio si chiama OK! Obaachan e dietro l’apparente eccentricità nasconde una realtà molto più seria: in un Paese dove quasi quattro persone su dieci dichiarano di sentirsi sole, la connessione umana passa ancora per gesti semplici e antichi: cucinare insieme, ascoltare senza fretta, condividere silenzi. In una società che corre, iperconnessa eppure emotivamente spenta, “noleggiare” una nonna diventa un modo per restituire calore e presenza, laddove la tecnologia lascia solo freddezza.

Quando la saggezza diventa un mestiere

Il progetto nasce nel 2011 grazie a Client Partners, un’azienda tutta al femminile che impiega solo donne. L’obiettivo fin dall’inizio era duplice: creare opportunità di lavoro per le over 60 e combattere la solitudine crescente. Con circa 3.300 yen all’ora (poco meno di 18 euro) più una piccola quota per le spese di trasporto, si può usufruire dell’aiuto di una nonna per cucinare piatti tradizionali, ricevere compagnia durante un pomeriggio malinconico o trovare supporto emotivo nei momenti più delicati.

Le nonne in affitto non sono solo cuoche o aiutanti domestiche: diventano mentori, confidente e amiche. Molti clienti le cercano in momenti di bisogno emotivo, per coraggio, ascolto, o semplicemente per un abbraccio e qualche consiglio. Per le donne che partecipano al progetto, questo lavoro è anche una fonte di senso e vitalità:

“Non mi annoio mai. Posso uscire, conoscere persone e sentirmi viva”, racconta Taeko Kaji, 69 anni.

La solitudine e le contraddizioni del Giappone contemporaneo

OK! Obaachan non è solo un’idea curiosa, ma riflette alcune delle contraddizioni più profonde del Giappone moderno. Il Paese più longevo del mondo conta oltre il 30% della popolazione con più di 65 anni, e si stima che entro il 2050 una famiglia su cinque sarà composta da un anziano solo. Il sistema pensionistico, tutt’altro che solido, costringe circa 9,3 milioni di over 65 a restare nel mercato del lavoro, aumentando il rischio di isolamento.

In questo contesto, la possibilità di affittare una nonna assume un significato più profondo: non è solo compagnia, ma ricostruzione di legami sociali, trasmissione di saggezza e umanità, un antidoto concreto contro la solitudine che attraversa il Paese. OK! Obaachan dimostra così che a volte i gesti più antichi – cucinare insieme, ascoltare, condividere il silenzio – restano gli strumenti più efficaci per connettere le persone.