José Carlos Perez, gestore del Bombonera Social Pub al Villaggio degli Sposi di Bergamo, ha un sorriso pronto da sfoggiare per ogni cliente: «Siamo noi che dobbiamo essere sempre solari e gentili con tutti, anche con quelli che entrano di malumore», dice.
Nonostante l’apertura del locale sia avvenuta proprio poco prima che su tutto il mondo si abbattesse la pandemia da Covid-19, il Bombera, oggi, lavora alla grande. «È un luogo per tutti – assicura Perez -. Qua vengono famiglie con bambini, adolescenti, coppie, ragazzi… Tutti!». Lo staff è giovane, energico e sembra una grande famiglia, più che un gruppo di semplici colleghi. Questo locale è il protagonista di questa settimana della nostra iniziativa “Barista del cuore” (QUI tutte le informazioni), pensata per raccontare le comunità del territorio bergamasco attraverso chi serve caffè. O birre (le storie di altri bar che abbiamo già raccontato le potete leggere QUI).
Imparare sul campo
La parola d’ordine, al “Bombo” (così lo chiamano affettuosamente i membri dello staff e i clienti affezionati) è «inclusività». Nessun tipo di discriminazione viene accettata, così come nessun tipo di violenza. Il Bombonera è una grande famiglia. «Anche per noi dello staff è stato così», racconta Carlos, ricordando la sua storia. In Venezuela ha conseguito una laurea in Economia e Commercio estero e si è trasferito a Bergamo un anno prima dell’apertura del pub: «Ho lavorato in un’agenzia e come magazziniere. Non avevo mai fatto il cameriere».

Poi aggiunge: «Grazie a questo lavoro ho scoperto una mia passione. Lo adoro, anche se all’inizio è stato difficile». Sebbene oggi l’italiano di Carlos sia perfetto, all’inizio del suo percorso nei locali gestiti da Nutopia (società bergamasca che opera nei settori della ristorazione, dell’organizzazione di eventi e della formazione e che gestisce anche Daste ed Edoné) la situazione era ben diversa: «Non capivo tutto quello che mi dicevano. Qui ho imparato anche l’italiano. Osservavo i miei colleghi, ascoltavo cosa dicevano e imparavo da loro delle frasi chiave per interagire. Spesso sbagliavo, ma ridevo con i clienti dei miei errori».
La maggior parte dello staff del Bombonera ha imparato sul campo come districarsi tra caos, comande e birre spillate: «Quando siamo stati assunti, nessuno ci ha fatto pesare il fatto che fossimo dei novellini. Ci hanno dato la possibilità di imparare».
Pro e contro
«La cosa più bella è vedere i clienti felici. A volte i nostri clienti abituali passano al Bombo solo per un saluto. Non ordinano niente. Vengono, fanno due chiacchiere e se ne vanno», racconta ancora Carlos. E aggiunge: «C’è da dire che spesso fanno così anche i miei colleghi. Nel giorno di riposo passano comunque al pub per bersi una birra». Questo, per lo staff di Bombonera, è molto importante, dato che il loro obiettivo è quello di creare un luogo dove chiunque possa sempre trovare un viso amico.
«Non voglio mentire – prosegue Perez -, non è sempre tutto perfetto. I problemi ci sono anche nelle migliori famiglie. Ma cerchiamo sempre di affrontare tutto al meglio». Il barista non è un lavoro semplice: «Quando il venerdì o il sabato sera tutti escono, noi invece andiamo al lavoro. E quando i clienti se ne vanno perché il pub chiude, noi restiamo a pulire e a sistemare. Ci sono tante cose che non si vedono in questo lavoro, ma che sono necessarie per accogliere i clienti al meglio».
Ritorno alle origini
Il Bombonera, negli anni, ha alzato il livello qualitativo della propria offerta. Ma, come rivela il gestore, «ci siamo resi conto che avevamo perso la nostra missione iniziale». Il cuore è lo sport: «Abbiamo pensato a tante iniziative che potessero piacere. Qui si guardano le partite di calcio e altri sport. Se l’Atalanta vince in Champions, offriamo le birrette, abbiamo messo un calcetto e, per un periodo, abbiamo avuto anche una PlayStation nella saletta, così che i ragazzi potessero giocare». Tra giochi in scatola, Cervellone, presentazioni e musica, anche chi non è un appassionato di sport può comunque trovare il suo spazio.
Da maggio a settembre, il Bombonera si “sposta” all’aperto: «È bello, perché, oltre allo staff che abbiamo di solito, si aggiungono altre persone, incontriamo nuovi volti e nuove storie – dice Perez -. Il periodo invernale, invece, è più intimo. È per i clienti fissi, che sanno benissimo che qui troveranno sempre un sorriso e una birretta fresca».
Il punto di forza
Se si chiede a Carlos quale sia il punto di forza del Bombo, risponde: «Sicuramente il servizio, la cortesia e l’ascolto. Ma vogliamo parlare della nostra pizza – scherza (ma neanche troppo) -? Scegliamo ingredienti di qualità e, anche se tutti i nostri piatti vengono molto apprezzati, la pizza resta la punta di diamante del menù». Le proposte del pub non sono centinaia, ma accontentano tutti i gusti e tutte le esigenze alimentari: «Abbiamo proposte anche vegane e vegetariane». Insomma, al Bombonera Social Pub «inclusione» non è solo una parola, ma uno stile di vita.