Internazionale

FdI si dissocia dalla sfiducia a Von der Leyen nel gruppo di destra ECR in Europa

Al centro il Pfizer-gate del 2021: "Gli estremisti vogliono riscrivere la storia"

Pubblicato:
Aggiornato:

Giovedì 10 luglio 2025 il Parlamento Europeo voterà una mozione di sfiducia nei confronti della Commissione guidata da Ursula von der Leyen, presentata dal romeno Gheorghe Piperea, europarlamentare del gruppo Conservatori e Riformisti Europei (ECR), di cui Fratelli d’Italia (FdI) è membro egemone.

Ma proprio il partito di Giorgia Meloni ha scelto di non sostenere l’iniziativa, dissociandosi ufficialmente da quella che ormai appare come una spaccatura interna al gruppo della destra europea.

Pfizergate: von der Leyen interrotta in Plenaria, Metsola interviene, "state urlando, lasciatela parlare"

 

 

La presidente della Commissione euoropea Ursula von der Leyen interrotta durante il dibattito in sessione plenaria a Strasburgo sulla mozione di sfiducia proposta dall'eurodeputato rumeno Piperea.

Al centro il Pfizergate del 2021

La mozione nasce dal cosiddetto Pfizergate, ovvero le accuse di scarsa trasparenza nella negoziazione dei contratti tra la Commissione e la casa farmaceutica Pfizer durante la pandemia di Covid-19, e in particolare la mancata pubblicazione degli SMS tra von der Leyen e il CEO dell’azienda, Albert Bourla. Un tema che Fratelli d’Italia aveva in passato cavalcato con veemenza, tanto che la stessa Meloni, nel 2021, definì “scandaloso” il modo in cui la Commissione gestì la comunicazione sui contratti vaccinali.

Contromisure ai dazi: Forza Italia e Pd rilanciano sulla tassazione dei colossi del Web
Ursula von der Leyen

Eppure, a distanza di tre anni, i rapporti di forza e gli equilibri politici europei si sono spostati. La mozione, che per essere approvata necessita dei due terzi dei voti espressi e della maggioranza assoluta dei componenti del Parlamento, ha scarsissime possibilità di passare. Tuttavia, il dibattito che l’ha preceduta ha assunto grande rilevanza politica, evidenziando la linea di frattura tra i partiti pro-europei e le frange più estremiste e sovraniste.

FdI tra coerenza e strategia europea

Per Giorgia Meloni la sfida era duplice: da un lato, restare coerente con le posizioni critiche espresse negli anni scorsi sul Pfizergate; dall’altro, difendere la collocazione sempre più centrale dell’Italia nei consessi decisionali europei. Sostenere la sfiducia avrebbe significato allinearsi con Lega, AUR (Alleanza per l’Unità dei Romeni) e altri partiti radicali, ma rischiando di compromettere il rapporto – per quanto prudente e altalenante – con von der Leyen, attesa a Roma proprio nel giorno del voto per partecipare alla Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, evento fortemente voluto da Meloni.

Raffaele Fitto

A rendere ancor più complessa la scelta per FdI, la presenza nella Commissione, in qualità di vicepresidente, di Raffaele Fitto: figura di primo piano del partito e referente politico diretto nella macchina europea. Un voto di sfiducia avrebbe significato anche colpire un proprio uomo di governo a Bruxelles.

È stato proprio Nicola Procaccini, copresidente del gruppo ECR e fedelissimo di Meloni, a chiarire in aula che FdI avrebbe votato contro la mozione per “difendere il lavoro del precedente presidente ECR e attuale vicepresidente della Commissione europea, Raffaele Fitto”.

Von der Leyen: "Un tentativo rozzo degli estremisti"

Nel suo intervento a Strasburgo, Ursula von der Leyen ha respinto con forza le accuse, definendo l’iniziativa “un rozzo tentativo di creare una spaccatura tra le istituzioni europee e le forze pro-democratiche”. Ha accusato i promotori della mozione – definiti “estremisti” e “apologeti di Putin” – di voler riscrivere la storia della risposta europea alla pandemia e ha ribadito la necessità di un’Europa forte e unita, anche in vista dei negoziati commerciali con gli Stati Uniti e del sostegno continuo all’Ucraina.

Medio Oriente: Procaccini (Fdi), "Ottima notizia accordo del G7 su de-escalation"
Nicola Procaccini

Il voto, che vede compatta la “maggioranza Ursula” composta da Popolari, Socialisti, Liberali e Verdi, potrebbe rivelarsi un boomerang per gli stessi promotori della mozione.

Come ha sottolineato Procaccini, "questa mozione è un errore, un grande regalo ai nostri avversari politici, che arriva proprio nel momento della loro maggiore frustrazione. Quando grazie a maggioranze di centrodestra mai viste prima stiamo riuscendo a riportare un po’ di buon senso qui dentro".

Una scelta che isola gli estremisti

Per Fratelli d’Italia, il voto contrario alla sfiducia rappresenta una scelta di responsabilità politica, coerente con l’immagine che Meloni vuole proiettare a Bruxelles: quella di una leader conservatrice ma credibile, centrale nei processi decisionali europei. Un voto favorevole avrebbe ricompattato i partiti più euroscettici e radicali, ma al prezzo di perdere spazio nella futura governance dell’Unione.

FdI ha dunque scelto di evitare di cadere nella trappola politica tesa dai suoi stessi alleati di gruppo. Ha lasciato soli partiti come la Lega, il Rassemblement National francese, Fidesz dell’ungherese Orbán e la tedesca AfD, che voteranno per la sfiducia. E ha rafforzato – seppure indirettamente – la posizione di Ursula von der Leyen, che da questa prova uscirà probabilmente più forte, ma con un quadro politico europeo ancora tutto da ridisegnare.