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Cuesta: “Non faccio solo quello che mi piace, ma quello che è giusto”

L'allenatore del Parma ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida al Como

Cuesta: “Non faccio solo quello che mi piace, ma quello che è giusto”

Alla vigilia di Parma-Como Carlos Cuesta ha parlato in conferenza stampa rispondendo alle domande dei giornalisti. Diversi i temi trattati, a partire dall’avversario di domani.

LA FILOSOFIA DEL COMO

“Ci aspettiamo una squadra che proporrà il suo calcio, dove la palla è il punto cardinale di tutto. Dove provano a costruire dal basso per avere vantaggio e per progredire insieme come squadra, o, soprattutto, per verticalizzare. E’ una delle grandi qualità che hanno, saper verticalizzare dopo il recupero e saltare la pressione. Una squadra molto completa con tanta capacità in transizioni, forte nei piazzati e capace di mettere sotto pressione gli avversari. Noi proveremo a fare la partita che noi vogliamo, facendolo al massimo possibile nel territorio dove vogliamo giocarla. Mi aspetto un Como con un’idea chiarissima che avrà la palla per provare a verticalizzare al massimo per attaccare la porta avversaria, mi aspetto un Como aggressivo per recuperare quella palla il più presto possibile. Mi aspetto un Como pronto a riaggredire per fare il contropiede e mi aspetto un Como che nella loro idea macro che hanno, sono flessibili con esterni più dentro, con una punta che si abbassa. Una visione molto chiara di squadra e noi proveremo a fare la nostra partita e a portarla dove vogliamo noi”.

IL GRANDE RISPETTO PER CESC

“Ho avuto il piacere di parlare con lui per imparare, dalla sua realtà, come ha vissuto il campionato italiano. Abbiamo avuto il piacere di scambiare opinioni, idee e nessun aneddoto speciale. Mi faceva piacere ascoltarlo e imparare. Ho un’ammirazione assoluta per il percorso che loro hanno fatto, si vede in campo tutto quello che c’è dietro le quinte. Ma noi li affrontiamo domani con la convinzione di fare una grande prestazione e poter avere un grande risultato”.

IL PERCORSO DI CARLOS E DEL PARMA

“Adesso che siamo al Tardini è la prima volta che faccio una conferenza alla vigilia di una partita qua. Ora ricordo la mia prima conferenza stampa qua: io quando ho iniziato il mio percorso con la società, gli obiettivi erano chiari. Primo consolidare la categoria, il secondo provare ad aiutare al massimo i calciatori per aiutarli. E nel momento in cui hai quegli obiettivi, in un momento di trasformazione dove il 50% della squadra è cambiato, devi pensare a come fare. E dentro a questo devi creare un’identità. E dentro hai diversi passaggi. Sai come arrivare, devi iniziare a costruire il come. Quindi quando c’è un processo di trasformazione devi creare una squadra. E per me crearla non è solo in campo, è un atteggiamento, un modo di vivere, è una cultura. Dopo in campo queste cose le vedi. Contro il Genoa ho visto un atteggiamento, una cultura e una voglia di sacrificarsi l’uno per l’altro che sicuramente ti aiuta. Così sei una squadra migliore. Dentro in quella identità vogliamo giocare molto bene perché quello ci può portare i risultati che vogliamo e agli obiettivi che vogliamo. Nel percorso di giocare bene, dobbiamo capire le priorità. Da dove inizio? Cos’è il punto di forza del Parma? Dobbiamo capire il contesto perché c’è una responsabilità dietro, e io mi prendo tanta responsabilità e non fare solo quello che mi piace, ma anche quello che è il giusto. Quelle scelte di cosa è giusto, vanno legate a un processo logico, di ragionamento. E quindi, dico che c’è bisogno di creare un’identità, c’è bisogno di un processo che ha bisogno di un tempo e il tempo è il valore più grande che ha un allenatore. Perché io le mie scelte non sono solo sui calciatori che giocano, ma quale è la priorità in allenamento, come sviluppare la squadra, la cultura, l’aspetto difensivo anche è molto importante perché ti crea una stabilità che ti aiuta ad avere un risultato che è più alto. Nel momento in cui tu inizi avere risultati che sono più positivi, la fiducia cresce. Con tante novità, con tanti calciatori nuovi, hai bisogno di creare quella fiducia, ma non solo per quelli che vengono ma anche per quelli che già ci sono. Creare quel percorso difensivo è stata una delle nostre priorità. Dentro quel processo, noi sicuramente siamo la squadra più piacevole da vedere? No! Io lo so! Sono consapevole e lo vedo. Ma so anche che tutti gli atteggiamenti che abbiamo possono aiutare a rendere orgogliosi le persone che sono con noi e creare un’alchimia a livello personale che ci può aiutare ad avere dei risultati con consistenza. E’ vero che nel processo dobbiamo migliorare cose, ma non solo a livello offensivo ma anche difensivo. A livello offensivo sono il primo che vede che dobbiamo costruire meglio, sono il primo e sono il responsabile perché fa parte del mio lavoro prendere la responsabilità. Abbiamo iniziato questo percorso così. Adesso attaccheremo meglio? Sicuro, lo faremo al 120 per cento, con il tempo cresceremo. Dentro in questo percorso dobbiamo trovare le connessioni giuste, le alchimie personali dentro il campo per sfruttare al massimo le qualità dei nostri calciatori. Il nostro focus sarà sempre provare a costruire un contesto che li aiuta a fare meglio. Perché il mio lavoro e il nostro lavoro di staff è sempre lo stesso. Provare ad aiutarli al massimo il meglio possibile. E questo non cambierà mai. Ma dentro quel percorso hai bisogno di priorità. E piano piano andiamo a costruire. Giochiamo bene? In alcune cose stiamo bene, in altre possiamo fare meglio. Sono convinto che al 120 per cento faremo meglio. E vedo che i calciatori hanno credibilità assoluta in questo. Il Parma fa il gioco più piacevole d’Italia? No, ma sicuramente costruiremo e faremo meglio ogni volta. Adesso la priorità è essere una squadra competitiva. Perché la competitività ti porta solidità, una base, una foundation che sicuramente ti fa crescere. E dentro questo percorso di crescita, vogliamo anche stabilità. Il Como? Mi tolgo il cappello, hanno una visione chiarissima di come vogliono giocare, di chi vogliono essere come Club, stabilità con le idee chiare. E quindi il lavoro che ha fatto Cesc e tutto il Club, assolutamente chapeau! In questo anno e mezzo che sono in Serie A sono cresciuti tantissimo e sono un riferimento assoluto, dove vedi le partite e giocano molto bene. Del Como posso dire solo parole positive, perché sono veramente forti. Con idee chiarissime e tanta coerenza nelle scelte e nell’idea. Sicuramente ci aiuta a migliorare, vedere un esempio di una squadra che ha fatto tanto bene. Credo tantissimo nello staff, nelle persone, nella dirigenza, nei calciatori. E questo è parte del percorso. Se lo devo valutare, ha dei punti positivi e negativi. E quello è un punto positivo per crescere. Domani alle 15 siamo qui, quello che faremo sarà il nostro meglio. Non so se faremo bene o male, ma ho tanta fiducia in quelli che saranno in campo e che potranno entrare anche. Tutti quelli che saranno su quella panchina, daranno tutto. Lo fanno ogni giorno. E quello è il punto principale per fare che un progetto cresca e per rendere orgogliosa la gente che è con noi. E io mi aspetto che domani la gente gioca con noi. Ogni giorno giocheremo meglio, sono convinto. E sono anche convinto che tutto ha un tempo e quello che abbiamo lo sfruttiamo al massimo. I calciatori e noi lavoriamo tantissimo, io sono il primo a prendermi la responsabilità. Le basi devono essere forti. Faremo sempre per rendere orgogliosi i tifosi. Domani giocheremo con l’assoluta convinzione di fare bene, con tanta voglia di fare un bel risultato e creare una bella giornata. Fastidio in settimana? Non è uno sfogo ma avere prospettiva. Sono una persona critica, quando vedo le cose uso il microscopio. Vedo i dettagli e sicuramente si potrebbe far meglio. Ma nello stesso modo voglio vedere la prospettiva. Alcune opinioni le condivido, altre no, sono rispettabili. E’ molto importante avere le aspettative giuste. E’ il contesto che mi porta a questo, essere al Tardini per la prima volta e fare la vigilia mi ha anche fatto ricordare l’inizio di questo percorso. E lo sapevamo che non era facile. Creare il percorso per consolidare una squadra in Serie A, l’anno scorso era una neopromossa con tanti cambiamenti. E lì bisogna avere uno sforzo collettivo molto grande. E bisogna avere ottimismo, prospettiva. Andare tutti sulla stessa linea, le cose si costruiscono con il tempo. Che possiamo essere meglio, lo saremo di sicuro”.

CUTRONE, BRITSCHGI E BERNABÉ

“Cutrone? Con Patrick ho trovato fino ad ora disponibilità assoluta, quello che mi aspetto da lui è quello che mi aspetto da tutti. E i calciatori sempre hanno una disponibilità assoluta per fare il meglio per la squadra e Patrick ha tanta energia che indirizza bene il suo grande punto di forza. Ha sempre tanta fame, incredibile la fame che ha per giocare, e aiutare la squadra. Britschgi? Sascha ha giocato a sinistra in passato con la Nazionale svizzera, mi aspettavo la capacità di essere a disposizione della squadra, lo ha fatto. Ed essere in un ambiente dove 30mila persone spingono in una direzione, dove c’è difficoltà. A livello difensivo poteva avere qualche problema, ma lui ha fatto il suo massimo e abbiamo lavorato anche in questa settimana. Non dimentichiamo che era in Nazionale e abbiamo lavorato veramente poco. Uguale per Circati e Zion. Ora abbiamo più tempo per continuare il suo percorso di crescita ed essere pronto per la partita. Bernabé? Ci può dare tanto a livello di creatività e capacità per fare gol, assist e progressione. Noi vogliamo vedere da lui che si mette sempre a disposizione della squadra, per fare qualsiasi cosa. La cosa più importante è fare squadra, tutti uniti e lui lo sta facendo. Dobbiamo costruirgli il contesto adeguato per esaltare le sue qualità. Quale contesto? Spero che lo potrete vedere in campo, quando non lo so ma spero domani se avrà l’opportunità di giocare. Bernabé in avanti? Può essere un’idea in futuro, la nostra idea è avere una squadra che ha la capacità di difendere e attaccare molto bene, in funzione dei momenti e del nostro percorso. Anche dentro nel contesto partita”.

NICO PAZ E NON SOLO

“Nico Paz? Si prova a fermare con una difesa di squadra, con tanta concentrazione, con un livello di sforzo difensivo alto. E soprattutto capendo i suoi punti di forza e provare a portarlo il meno possibile a essere in partita. Loro hanno tanta capacità con i loro calciatori, non solo con Nico. Non centrerei in lui l’attenzione, ma metterei il focus su tanti”.

LA SERIE A ALL’ESTERO

“Giocare all’estero partite del campionato? Sempre adattarci a quello che ci hanno richiesto. Mi hanno fatto la stessa domanda quando abbiamo giocato a Cagliari di sabato alle 15, noi non possiamo fare le scelte. Quello che dobbiamo fare è adattarci. E fare il massimo con quello che abbiamo”.

L’ANALISI DI GENOVA E IL CONCETTO DI TEMPO

“Genova? Nel primo tempo abbiamo avuto un possesso palla dove non siamo riusciti a progredire nel modo che volevamo. Ma anche più pressione da parte del Genoa. Dopo non siamo stati bravi a creare gli spazi e a progredire come volevamo. Dopo nell’aspetto difensivo siamo stati stabili, non considero che sia stata una partita difensiva. Quando abbiamo difeso, lo abbiamo fatto organizzati e compatti. Ci sono stati errori nella costruzione che non ci hanno permesso di giocare di più nella metà campo avversaria, ma non penso che l’approccio sia stato difensivo. Il tempo? Per avere quel tempo è essere vicino all’obiettivo che vogliamo. Quindi consolidare la Serie A. Per quello abbiamo bisogno dei risultati. La nostra idea è giocare il meglio possibile e avere i risultati migliori possibili. Sento che siamo sulla strada giusta”.