Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha pronunciato a Parigi, all’Istituto Jacques Delors, uno dei discorsi più duri degli ultimi anni nei confronti degli Stati Uniti, accusando Washington di voler interferire nella vita politica dell’Unione Europea e di aver ormai abbandonato la visione condivisa dell’ordine internazionale che aveva caratterizzato il secondo dopoguerra.
Costa: “Tra alleati non si interferisce nelle scelte politiche interne”
Parlando della nuova strategia di sicurezza nazionale americana, Costa ha denunciato quello che definisce un “salto di qualità” nella postura statunitense:
“Le minacce di interferenza nella vita politica europea sono inaccettabili”, ha ammonito, sottolineando che nessun alleato può arrogarsi il diritto di “decidere quali partiti in Europa siano buoni e quali cattivi”.
Honoré d’ouvrir la conférence annuelle de @DelorsInstitute. Une occasion de faire le bilan de ma première année de mandat et de discuter des défis qui attendent l’UE: situation en Ukraine, compétitivité, élargissement, engagement avec le reste du monde. https://t.co/Vl9nBxm6gt
— António Costa (@eucopresident) December 8, 2025
Secondo Costa, le divergenze tra Washington e Bruxelles non riguardano più solo questioni di prospettiva geopolitica, ma investono la natura stessa del rapporto tra alleati. Gli Stati Uniti, ha ricordato, “non credono più nel multilateralismo, nel sistema internazionale basato sulle regole e ritengono che il cambiamento climatico sia una bugia”.
Tuttavia, per il presidente del Consiglio europeo, la rottura è più profonda:
“Se siamo alleati dobbiamo agire come alleati, e gli alleati non interferiscono nelle scelte politiche interne dei loro alleati”.
“Non ci può essere libertà di espressione senza libertà di informazione”
Costa ha legato direttamente il cambiamento di linea statunitense alle dichiarazioni del vicepresidente J.D. Vance alla Conferenza di Monaco e ai numerosi tweet del presidente Donald Trump, che a suo avviso sono ormai diventati “ufficialmente la dottrina statunitense”. Da qui la necessità per l’Europa di riconoscere che “i rapporti tra gli alleati e le alleanze del dopoguerra sono cambiati”, e di costruire una risposta politica commisurata.

Tra i punti più sensibili, Costa ha insistito sulla questione della libertà di espressione e del ruolo dei colossi tecnologici americani. L’Ue, ha ricordato, è e deve restare “sovrana” in materia di informazione:
“Non ci può essere libertà di espressione senza libertà di informazione, che richiede pluralismo. E non ci sarà mai libertà di informazione se gli Stati Uniti manterranno il monopolio del software o se la libertà dei cittadini verrà sacrificata per difendere i tecno-oligarchi americani”.
Costa: “Russia minaccia per la nostra sicurezza”
Il presidente del Consiglio europeo ha poi affrontato il tema della sicurezza e della guerra in Ucraina. Ciò che lo preoccupa, ha detto, è che la strategia statunitense sembra orientarsi non verso una pace stabile, ma solo verso una “cessazione degli scontri” e una rapida stabilizzazione del rapporto con Mosca. Un’impostazione che, secondo Costa, ignora completamente ciò che è accaduto nel 2014 e nel 2022 e la natura della minaccia rappresentata dalla Russia:
“La Russia non è un attore con cui possiamo ricostruire stabilità. È una minaccia per le nostre fondamenta e la nostra sicurezza”.
Colpisce, ha aggiunto, la sorprendente sintonia con cui Mosca sembra accogliere la nuova linea americana:

“Quando la Russia afferma di condividere ampiamente la visione degli Stati Uniti sull’Europa, è legittimo domandarsi perché”.
A chi sostiene che l’Europa stia attraversando una fase di debolezza, Costa ha replicato con un monito:
“Se l’Europa fosse davvero così fragile, perché così tante potenze esterne si affannano per indebolirla?”.
Il messaggio finale è chiaro: gli Stati Uniti restano un partner fondamentale, ma l’Unione deve dotarsi degli strumenti politici, tecnologici e militari per esercitare una piena sovranità. In caso contrario, anche l’alleanza transatlantica rischia di non reggere.