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Cisgiordania: attivisti italiani aggrediti dai coloni in un’area dove non dovrebbe esserci presenza israeliana

Assieme ai tre attivisti italiani aggredita anche una canadese. Tajani: "Troppe aggressioni. Israele risponda con i fatti"

Cisgiordania: attivisti italiani aggrediti dai coloni in un’area dove non dovrebbe esserci presenza israeliana

All’alba di domenica 30 novembre 2025, dieci coloni israeliani armati e mascherati hanno fatto irruzione nella casa di quattro cooperanti internazionali – tre italiani e una canadese – pestandoli violentemente e derubandoli.

“Wake up, Italians”, hanno gridato entrando. Poi sono cominciate le botte: pugni, calci, schiaffi e bastonate, con minacce finali: “Non tornate più”. Gli aggressori hanno portato via effetti personali, telefoni e passaporti dei volontari.

È successo in Cisgiordania a Ein al-Duyuk, vicino a Gerico, in piena Zona A: un luogo che, secondo gli accordi di Oslo, dovrebbe essere sotto esclusivo controllo palestinese e dove la presenza israeliana è vietata per legge.

Le condizioni degli attivisti

I quattro sono stati trasportati all’ospedale di Gerico e dimessi dopo le cure. Due attiviste italiane hanno riportato lievi ferite, mentre il terzo italiano dovrà osservare almeno tre giorni di riposo. Una delle volontarie ha raccontato di avere forti dolori alle costole, mentre l’amica canadese “sta molto peggio”, con lividi neri lungo gamba e addome.

I cooperanti, appartenenti al movimento Faz3a, svolgevano attività di accompagnamento per la popolazione palestinese: aiutavano i bambini a raggiungere la scuola e assistevano agricoltori e pastori, offrendo una sorta di protezione civile dal basso.

Condanna dell’Italia e del Canada

La Farnesina è subito intervenuta, confermando i fatti e mantenendo i contatti con il consolato generale a Gerusalemme. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha definito l’episodio “gravissimo”, chiedendo al governo di Israele di fermare le violenze dei coloni, che “non servono alla realizzazione del piano di pace”.

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Antonio Tajani, ministro degli Esteri

“Troppe aggressioni – ha affermato il vicepremier – la Cisgiordania non deve essere annessa. Va rispettata la popolazione civile palestinese”.

Anche il Canada ha preso posizione: condanna con forza “gli atti di violenza commessi dai coloni estremisti” e ribadisce l’opposizione a qualsiasi progetto di annessione dei territori palestinesi.

Il ministro italiano ha inoltre sottolineato che nella coalizione di governo israeliana esistono forze politicheestremiste” che appoggiano apertamente le ragioni dei coloni. Da Israele devono arrivare “risposte nei fatti, non solo diplomatiche”, ha dichiarato Tajani in un’intervista a Canale 5, aggiungendo: “Continueremo a insistere”.

Tensione crescente in Cisgiordania

Gli scontri e le aggressioni dei coloni sono aumentati vertiginosamente dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Secondo le Nazioni Unite, il mese scorso è stato il peggiore dal 2006: si registrano 264 aggressioni, molte delle quali hanno causato feriti o danni significativi. Dall’inizio del conflitto, oltre 1.000 palestinesi sono stati uccisi da soldati o coloni, tra loro anche numerosi civili.

Il fenomeno è legato alla continua espansione degli insediamenti israeliani, considerati illegali dal diritto internazionale. Nell’ultimo anno sono stati approvati 28.000 nuovi progetti abitativi, un record che rischia di frammentare definitivamente il territorio palestinese. Italia, Francia, Germania e Regno Unito hanno già condannato “l’aumento massiccio delle violenze e dei nuovi insediamenti”.