Bergamo (BG)

Cassa integrazione, a Bergamo sfiora i cinque milioni di ore: cresce la “straordinaria”

I dati della Cisl Lombardia sugli strumenti di ammortizzazione sociale. Nieri: «Per molte realtà i problemi stanno diventando strutturali»

Cassa integrazione, a Bergamo sfiora i cinque milioni di ore: cresce la “straordinaria”

Il totale delle casse integrazione utilizzate dalle imprese bergamasche nel corso del secondo trimestre di quest’anno (2025) ammonta a quasi cinque milioni. Il settore prevalente si conferma il metalmeccanico, con il 51 per cento delle ore impiegate, mentre il comparto della gomma-plastica cresce di 15 punti percentuali rispetto ai primi tre mesi dell’anno e il tessile passa dal 20 per cento del primo trimestre al 15 per cento del secondo.

In sintesi, c’è stato un ricorso alla Cig (cassa integrazione guadagni) complessiva ancora superiore ai livelli del 2024, ma con una ricomposizione interna: diminuisce la Cigo (ordinaria), mentre la Cigs (straordinaria) assume un ruolo sempre più centrale. Sono alcuni dei dati presenti nel report sulla cassa integrazione realizzato dalla Cisl Lombardia.

Secondo lo studio, nel secondo trimestre 2025 in Lombardia sono stati autorizzati circa 27 milioni di ore di cassa integrazione, in calo rispetto al primo trimestre 2025, quando si erano superati i 28,9 milioni di ore. La diminuzione riguarda soprattutto la Cigo, che passa da 21,4 milioni a 18,2 milioni di ore. Al contrario, la Cigs cresce da 7,4 milioni a 8,8 milioni, segnalando un aumento di difficoltà più strutturali. La Deroga, che nel primo trimestre contava poco più di 23 mila ore, si azzera completamente.

I dati di Bergamo: giù la Cigo, cresce la Cigs

A Bergamo, nel secondo trimestre 2025, la Cig complessiva si attesta a 4,86 milioni di ore, con un leggero calo rispetto ai 5,08 milioni del primo trimestre (–224 mila), ma in aumento rispetto ai 4,30 milioni registrati nello stesso periodo del 2024 (+558 mila).

La dinamica più evidente riguarda la Cigo, che scende da 3,33 milioni a 2,22 milioni di ore tra il primo e il secondo trimestre 2025 (–1,12 milioni), riportandosi così su valori pressoché identici a quelli dell’anno precedente (2,19 milioni). Al contrario, la Cigs cresce sensibilmente: passa da 1,74 milioni a 2,64 milioni di ore (+897 mila) nel confronto congiunturale e aumenta anche rispetto al secondo trimestre 2024 (2,10 milioni, +539 mila).

Per quanto riguarda i comparti produttivi, il metalmeccanico si conferma il settore prevalente con il 51 per cento, ma arretra in modo sensibile rispetto al 62 per cento del primo trimestre (–11 punti) e al valore analogo registrato nel 2024. La sua incidenza, pur rimanendo maggioritaria, mostra quindi un progressivo ridimensionamento. Il tessile passa dal 20 per cento del primo trimestre al 15 per cento del secondo (–5 punti), mentre rispetto al 14 per cento del 2024 rimane sostanzialmente stabile.

Decisamente opposta la dinamica della chimica/gomma plastica, che cresce dall’11 per cento di inizio 2025 al 26 per cento nel secondo trimestre (+15 punti) e registra un incremento ancora più ampio rispetto al 8 per cento dell’anno precedente. Gli altri settori mantengono quote più contenute: l’edilizia resta pressoché stabile (2 per cento nel primo trimestre, 3 per cento nel secondo, contro il 6 per cento del 2024), la carta/stampa-editoria mostra una leggera riduzione (dal 5 per cento al 3 per cento, contro il 10 per cento del 2024), mentre il commercio ha un’incidenza marginale e senza variazioni rilevanti.

«C’è una situazione molto complessa – dice Luca Nieri, segretario Cisl Bergamo -, nella quale pesano i dazi, il rallentamento interno dell’Italia e delle altre economia, in particolar modo quelle europee, oltre alle conclamate emergenze geopolitiche che stanno caratterizzando gli ultimi anni.
Desta naturale preoccupazione l’incremento della Cigs, che testimonia pesantemente come per molte realtà i problemi stiano diventando strutturali».

«Sono dati abbastanza preoccupanti – conclude -, rispecchiano le difficoltà che sta vivendo il nostro paese, con la crescita che si è  attenuata nonostante la spinta del Pnrr. Si aprono temi strategici e di riqualificazione per tante produzioni, anche attraverso il meccanismo di reshoring, come capita per la produzione di microconduttori: può essere un’opportunità di convertire produzioni e eliminare alcune dipendenze dai Paesi esteri che complicano l’approvvigionamento di tante nostre realtà».