L'Atalanta può giocarsi lo scudetto fino in fondo. Marzo sarà un mese decisivo
Il calendario post Venezia dei nerazzurri dice: Juventus, Inter e Fiorentina. Scontri diretti fondamentali per la corsa al titolo
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di Xavier Jacobelli
Sono tanti e sono decisamente corroboranti per l'Atalanta i segnali lanciati al campionato dal 5-0 di Empoli (e, con questi, i gol in 26 partite sono diventati 59, tanti quanti ne ha realizzati l'Inter capolista, con la quale la Dea condivide il miglior attacco del torneo). Prima di tutto, i bergamaschi sono rientrati prepotentemente nella lotta per il titolo, galeotta la sconfitta del Napoli a Como. Ora Gasperini è a -3 da Inzaghi e a -2 da Conte; sabato 1 marzo, alle 15, l'Atalanta affronterà in casa il Venezia e alle 18 al Maradona si giocherà Napoli-Inter, come dire che adesso viene il bello.
In secondo luogo, dopo l'eliminazione dalla Champions League e i giorni turbolenti susseguiti, l'attesa per registrare la reazione della squadra era cresciuta. Non è andata delusa. In Toscana, contro un avversario sempre più in seria difficoltà nella lotta salvezza, i nerazzurri sono scesi in campo caricati a pallettoni, come nei giorni migliori, coniugando la vis agonistica alla ritrovata qualità di un gioco che dall'inizio dell'anno era andata scemando, tra infortuni a ripetizione, logorante tour de force e saliscendi dagli aerei, a cominciare dalla trasferta in Arabia Saudita. Basti pensare che, prima di Empoli, fra campionato e coppe, dall'inizio dell'anno l'Atalanta aveva disputato 13 partite in 47 giorni: adesso ne dovrà giocare dodici in tre mesi, sino al 25 maggio, ultima giornata della Serie A.
Considerato che le squadre di Gasperini riesplodono in primavera, è presumibile quanto la squadra possa battersi per lo scudetto sino alla fine. In marzo capiremo molte cose, considerato il suo calendario post Venezia: 9 marzo, Juve-Atalanta; 16 marzo, Atalanta-Inter; 30 marzo, Fiorentina-Atalanta. Anche perché, la macchina da gol bergamasca ha ripreso a girare a pieno ritmo. A Empoli si è esaltato Lookman, già pimpante il 18 febbraio, nella ripresa che l'aveva visto segnare subito al Bruges, salvo attirarsi le frecciate di Gasperini per il penalty sbagliato, peraltro il primo dei cinque calciati da quando il Pallone d'Oro africano gioca in nerazzurro.
Ademola non aveva avuto paura di sbagliare il calcio di rigore, poiché è proprio vero: «Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore; un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia». Lookman ne ha da vendere, oltre alla classe adamantina che gli ha permesso di segnare il secondo gol personale dribblando Silvestri e andando in porta con il pallone. Rete da cineteca: per modalità di esecuzione, ha ricordato il tocco magistrale di Totti in un confronto fra Roma e Torino d'antan.
Accanto a Lookman, riecco Retegui, sotto gli occhi di Spalletti sempre più capocannoniere: 21 centri in 25 partite di campionato, ai quali aggiungere i 3 in Champions League e i 2 in Nazionale a inizio stagione. Totale 26. Retegui e Lookman insieme, in campionato hanno segnato 33 gol: salute. Last but not least, al termine di una settimana per forti cuori atalantini, c'è il successo della linea societaria tracciata da Antonio Percassi sul caso Lookman-Gasperini e da Luca Percassi sui propositi futuri del tecnico, da questi enunciati alla vigilia di Empoli.
A proposito di questi, l'amministratore chiaro è stato chiaro: «Questi temi li abbiamo sempre affrontati a fine stagione e mai con anticipo così largo. La nostra idea, proprio per il grande rapporto e l'affetto che ci legano all'allenatore, è rispettare al massimo la sua volontà. Se la sua volontà sarà non rinnovare il contratto in scadenza il 30 giugno 2026, ce ne faremo una ragione. In ogni caso, ne parleremo al termine del campionato. Non sono tematiche attuali, ora conta solo l'Atalanta. Dobbiamo pensare esclusivamente a fare il bene della società». Ora più che mai, con questi chiari di luna tricolori.