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Risparmiare energia mettendosi in rete: le comunità energetiche rinnovabili

Il Piemonte è stata la prima regione ad emanare una legge in materia in Italia.

Risparmiare energia mettendosi in rete: le comunità energetiche rinnovabili
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E' possibile risparmiare energia, producendola e mettendosi in rete: ecco l'esempio delle comunità energetiche rinnovabili.

Comunità energetiche rinnovabili per risparmiare qualcosa e mettersi in rete

Quella delle Comunità energetiche rinnovabili è una possibilità che è ancora troppo poco percorsa nel nostro Paese. La possibilità di mettersi in rete per usufruire dell’energia elettrica da fonti rinnovabili (prevalentemente dal solare e dal fotovoltaico, ma non solo), è molto poco usata. Su un potenziale di 400 forme di condivisione sono solo 157 quelle attivate. Delle nostre 3 Regioni sono ben 2 quelle che guidano questa esperienza a livello nazionale.

I programmi di finanziamento di Piemonte e Lombardia

Piemonte e Lombardia infatti sono le uniche – al momento – che hanno attivato dei programmi di finanziamento privati, per sostenere progetti in questo senso, ma cos’è, di preciso, una comunità energetica rinnovabile? La definizione ufficiale data dal Gestore dei Servizi energetici è la seguente: «E’ un insieme di cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali, incluse le amministrazioni comunali, le cooperative, gli enti di ricerca, gli enti religiosi, quelli del terzo settore e di protezione ambientale, che condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti nella disponibilità di uno o più soggetti associatisi alla comunità. In una CER l’energia elettrica rinnovabile può esser condivisa tra i diversi soggetti produttori e consumatori, localizzati all’interno di un medesimo perimetro geografico, grazie all’impiego della rete nazionale di distribuzione di energia elettrica, che rende possibile la condivisione virtuale di tale energia. L’obiettivo principale di una CER è quello di fornire benefici ambientali, economici e sociali ai propri membri o soci e alle aree locali in cui opera, attraverso l’autoconsumo di energia rinnovabile».

In Piemonte la prima legge regionale in Italia

Il Piemonte è la Regione che per prima (in tutta Italia) ha licenziato una legge regionale per regolare la materia sul proprio territorio, nel 2018. In Lombardia l’amministrazione regionale ha emanato una norma nel 2022, mentre in Liguria la questione è regolarizzata con una legge del 2020. Ma se la Liguria non ha stanziato finanziamenti, gli altri nostri territori hanno previsto una dotazione finanziaria della norma per 50 mila euro in Piemonte e ben 22 milioni e 300 mila euro in Lombardia. Come programmi di finanziamento privati sono attivi ben 689 mila 674 euro per la Lombardia e 789 mila euro per il Piemonte.

Il report di Legambiente aggiornato al 2022

Sulla questione è intervenuta l’associazione Legambiente con un report circostanziato e molto chiaro, aggiornato alla fine del 2022. «Ad oggi, secondo i dati del GSE, sono 154 le forme di energia condivisa che si sono realizzate nel nostro Paese, tra comunità energetiche rinnovabili e configurazioni di autoconsumo collettivo. Numeri certamente importanti considerando i ritardi burocratici e normativi, ma che avrebbero potuto essere molto più alti. Infatti, secondo la ricerca che abbiamo realizzato grazie al contributo di tante realtà diverse – AESS, Caritas, Become, il programma NextAppenino, AzzeroCO2, ènostra, Legacoop, Enel X, il Comune di Roma, La Sapienza, Regalgrid, Fondazione con il Sud, Banco dell’Energia – avremmo potuto avere sul territorio nazionale 400 comunità energetiche rinnovabili in più, che avrebbero visto il coinvolgimento di centinaia di famiglie, imprese, soggetti del terzo settore, enti religiosi, amministrazioni comunali». «I dati parlano da soli: nel 2023 nella Penisola sono stati registrati appena 5.677 MW totali di nuove installazioni (stando agli ultimi dati di Terna). Parliamo di una crescita lenta rispetto a quelli che dovrebbero essere i numeri di installazione annuale per raggiungere gli obiettivi climatici al 2030, ossia 90 GW di nuove installazioni, pari quasi 13 GW di nuova potenza annuale dal 2024 al 2030, secondo lo studio commissionato ad ECCO da Legambiente, Greenpeace e WWF».