In tema sicurezza, il bilancio a Cividate è decisamente in rosso: sette furti in dieci giorni e un portagioie rubato a casa del sindaco.
Si sa, con l’arrivo dell’inverno tornano anche i furti, ma sette in poco più di una settimana non sono pochi. Il Comune, infatti, è in allarme. Nei gruppi WhatsApp del controllo del vicinato fioccano segnalazioni: movimenti sospetti, tentativi di intrusione, episodi di spaccio sempre più visibili.
Molti residenti confessano che Cividate non somiglia più al posto sereno che ricordano. Così il paese si ritrova nel mezzo di un’ondata di colpi che sta agitando un po’ i sonni.
Il caso Forlani
Il culmine di questa escalation è toccato persino alla casa del sindaco Gianni Forlani, visitata dai ladri in un tardo pomeriggio mentre la famiglia era assente. Lo riportano oggi (mercoledì 10 dicembre) i colleghi di Prima Treviglio.
Un infisso forzato, un allarme scattato subito e una fuga precipitosa con un bottino scadente: un portagioie di poco valore. Un danno limitato, certo, ma quando anche il sindaco entra nella lista delle vittime, i cittadini inevitabilmente si interrogano. A quanto pare nessuna casa è chiusa abbastanza bene, e questi malviventi sono più spudorati che mai. Lo hanno dimostrato introducendosi all’interno dell’abitazione della figura istituzionale più importante del paese.
La voce politica
Ma il “caso Forlani”, è solo uno di una lunga serie di colpi. Sette per la precisione. Molti residenti, infatti, hanno raccontato apertamente di non riconoscere più il paese in cui vivono, dove episodi del genere sono sempre più frequenti e invasivi rispetto al passato.
In questo clima agitato trova spazio l’intervento di Nicola Moioli, capogruppo della lista civica “Gente Comune”, che da anni punta l’attenzione sulla sicurezza. «C’è una comunità che chiede di rialzare la testa, l’obiettivo è garantire sicurezza a tutti i cividatesi», ha dichiarato.
Secondo il gruppo, il paese avrebbe subito un deterioramento graduale mentre «la comunità per bene» sarebbe rimasta troppo spesso silenziosa. L’appello è quello di ribaltare le parti: «Fuori posto devono sentirsi gli irregolari, non i cittadini».
Moioli rivendica anche di aver sollevato in passato criticità troppo presto liquidate come esagerazioni: «Oggi la realtà conferma che quei segnali non andavano sottovalutati».
Chiesto un piano d’azione
La lista civica annuncia di aver avviato un confronto con professionisti della sicurezza per delineare un piano concreto. Tra le priorità rientrano il rafforzamento del controllo urbano con personale qualificato, verifiche sistematiche sulle abitazioni irregolari e un monitoraggio costante dei punti critici del paese.
Una parte centrale riguarda il contrasto allo spaccio, fenomeno che molti cittadini segnalano come sempre più invasivo, con la richiesta di sanzioni particolarmente severe verso chi lo alimenta. L’obiettivo dichiarato è quello di restituire ai residenti una quotidianità serena, libera dalla paura di rientrare a casa e trovare una finestra forzata o dall’impressione che in alcune zone «sia meglio non passare».
La sicurezza è un diritto
Pur rivendicando misure decise, Gente Comune insiste sulla necessità di evitare un clima di tensione costante: «Non vogliamo un paese blindato, ma un paese ordinato e vivibile, dove la legalità torni a essere la norma».
La sfida, spiegano, si vince solo se la parte sana della comunità si muove compatta, senza delegare tutto alle istituzioni e senza chiudere gli occhi davanti ai segnali. Perché, come ribadisce Moioli, una frase che probabilmente molti cittadini si sentono di condividere: «La sicurezza non è solo un tema politico: è un diritto collettivo che passa attraverso la responsabilità di tutti».