Il “tranello del carrello” colpisce ancora ai supermercati Pam (nella foto di repertorio in copertina, il punto vendita in corso Buenos Aires a Milano).
L’ultimo caso in ordine di tempo è accaduto a Pontedera, in provincia di Pisa, Toscana. A farne le spese una cassiera con 30 anni di esperienza. Per lei dieci giorni di sospensione non retribuita.
Il “tranello del carrello” colpisce ancora
E’ successo a Fornacette, nel comune di Pontedera dopo un nuovo episodio legato al cosiddetto “test del carrello”, la pratica interna utilizzata in alcuni supermercati (ma appunto in questi ultimi giorni soprattutto alla Pam, catena nata a Padova negli anni Sessanta come acronimo di “Più a meno“) per verificare l’attenzione del personale alle potenziali sottrazioni di merce.
La cassiera “pizzicata” dagli ispettori dopo dopo che, durante un controllo, un mascara era stato nascosto all’interno di una confezione di castagne.
Secondo la testimonianza della Filcams Cgil, la lavoratrice – già provata dalle notizie relative ai licenziamenti di colleghi in casi simili a Siena e Livorno – ha ricevuto una contestazione disciplinare alla fine di ottobre e ha atteso per settimane l’esito del procedimento.
Il sindacato parla di una sanzione sproporzionata (ed è già un eufemismo), vissuta come un segnale intimidatorio rivolto all’intero personale: un avvertimento secondo cui anche l’errore più banale potrebbe tradursi in conseguenze gravissime.
Ecco perché la dipendente sta valutando l’avvio di un’azione legale.
Il comunicato dei sindacati Filcams, Fisascat e Uiltucs
Ma a prescindere le organizzazioni sindacali regionali e nazionali proseguono nella mobilitazione contro l’utilizzo di queste verifiche “a trabocchetto”, considerate dannose per la dignità e il benessere dei lavoratori.
Critiche arrivano anche da esponenti politici contro il test, un evidente strumento punitivo e non una misura di sicurezza, accusando l’azienda di ricercare capri espiatori anziché affrontare le reali cause delle perdite.
In suo recente comunicato, Pam Panorama ha descritto una situazione interna caratterizzata – a loro dire – da un aumento di episodi di furti, rapine e microcriminalità, per un totale di ammanchi che ammonterebbero a 30 milioni di euro.
Tuttavia, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs con una dura nota, non ci stanno e rispondono punto per punto:
Il comunicato stampa inviato dal gruppo Pam Panorama rischia di essere la classica toppa peggiore del buco.
Si parla infatti di “un’escalation di furti, rapine e delinquenza: ammanchi per 30 milioni di euro, episodi di microcriminalità che interessano quotidianamente la rete dei punti vendita, bande organizzate, gruppi di minori e individui che rubano sistematicamente”.
Oltre a dipingere uno scenario poco verosimile e artatamente esasperato, ciò che balza all’occhio è la risposta concreta dell’azienda.
Chi, più delle lavoratrici e dei lavoratori, può rappresentare un elemento di dissuasione rispetto a quanto sopra?
E cosa sceglie di fare Pam Panorama? Mette in scena presunti furti che coinvolgerebbero i dipendenti, così da licenziare lavoratori con esperienze decennali.
Oppure riduce la sicurezza e la vigilanza nei propri punti vendita, salvo poi utilizzare 40 “ispettori” interni dedicati esclusivamente a controllare i lavoratori, e non le fantomatiche bande di minori delinquenti che – secondo l’azienda – affollerebbero i supermercati del gruppo.
Ricordiamo che sono stati licenziati lavoratori non solo per l’ormai famoso “test carrello”, ma anche per pochi minuti di ritardo, per non aver salutato i clienti, per non aver trovato una confezione di salmone e per altri episodi di analoga portata.
La strumentalizzazione è tutta da parte dell’azienda, che probabilmente non immaginava una risposta così compatta e determinata dei lavoratori che, insieme alle rappresentanze sindacali, hanno fin da subito fatto sentire la propria voce e denunciato l’accaduto. Parliamo di un’azienda che non mostra una reale prospettiva di rilancio e che, anzi, oltre a espellere storici lavoratori, continua nella sua opera di chiusura dei punti vendita più radicati sul territorio, come l’ultimo caso di Campi Bisenzio.
Salvo poi dirsi disponibile a proseguire un confronto “costruttivo” con le organizzazioni sindacali sulle materie previste dalla legge e nelle sedi opportune.
In che modo intende l’azienda il confronto costruttivo? Presentandosi agli incontri sindacali con personale della sicurezza interna?
E per quale ragione? Forse per intimidire la platea? Tentativo, peraltro, non riuscito. È inaccettabile che un’azienda storica come questa ricorra a tali azioni, in totale spregio delle norme e, soprattutto, calpestando la dignità di chi da anni lavora all’interno del gruppo.
Filcams, Fisascat e Uiltucs continueranno pertanto a impegnarsi per fermare le azioni di Pam Panorama, anche attraverso ulteriori iniziative di mobilitazione nazionale e la denuncia di quanto sta accadendo.