PESARO – Altri quattro testimoni ascoltati dalla Corte d’assise di Pesaro, nel processo a Luca Ricci, il 50enne fanese che, il 24 giugno 2024, a Fano, strangolò la madre in cucina e uccise il padre in camera da letto con un martello, per poi confessare il delitto alle autorità. Il movente del delitto del delitto sarebbe economico: Ricci la mattina dell’omicidio doveva pagare 14 mila euro per permettere la permanenza dei genitori nell’abitazione. Nel giudizio è emerso che le vittime avevano una disponibilità economica di 3.800 euro.
A testimoniare oggi sono stati la vicina di casa di Ricci, agenti della Squadra Mobile e della Scientifica di Pesaro, della Scientifica di Ancona. In udienza sono stati ripercorsi i primi momenti che sono seguiti all’omicidio: la ricostruzione da un punto di vista tecnico, i sopralluoghi nell’immediatezza dei fatti, e i rinvenimenti.
“Sono emersi alcuni elementi utili e profili interessanti che saranno poi oggetto di valutazioni. – hanno dichiarato Luca Gregori e Alfredo Torsani, avvocati difensori di Ricci – Poi va da sé che stiamo parlando di un processo in cui sostanzialmente l’imputato ha confessato, ma ci sono margini per un’attività di approfondimento. Importanti sono i dati che riguardano la disponibilità economica, seppur minima, dei genitori (3.800 euro), aggiunta a quanto emerso precedentemente da altri testimoni: ovvero che Ricci non gli avesse tenuto nascosto la problematica economica”.
La prossima udienza è stata fissa al 21 gennaio 2026, dove sarà ascoltata la medica legale, Loredana Buscemi, che ha effettuato le autopsie.