La delusione di Emanuele Locci, Presidente del Gruppo Consiliare di Fratelli d’Italia, al termine della Commissione Affari Istituzionali che doveva esaminare la sua proposta di istituire una commissione d’indagine su Amag.
La dichiarazione di Locci
La maggioranza di sinistra ha svuotato la mia proposta di istituire una vera commissione d’indagine su Amag, presentando emendamenti che ne stravolgono finalità e struttura, fino a cambiarne addirittura il titolo e ridurla a un generico approfondimento da svolgere in commissione Bilancio. È un fatto gravissimo.
La commissione d’indagine è uno strumento previsto dal regolamento del Consiglio Comunale proprio per garantire piena trasparenza: consente di audire tutti — manager, amministratori, dirigenti, dipendenti — con obbligo di comparizione e in un contesto neutrale, fuori dal controllo della Giunta e della struttura tecnica. Le testimonianze vengono raccolte in condizioni di riservatezza, così da proteggere chi teme pressioni o ritorsioni sul posto di lavoro. Indebolire questo meccanismo significa togliere garanzie e protezioni a chi vorrebbe parlare.
La scelta della maggioranza appare dettata dalla paura di ciò che potrebbe emergere. È un segnale preoccupante, perché impedire la commissione d’indagine significa rifiutare di fare piena chiarezza sulla legalità e sulla gestione delle società partecipate, in particolare all’interno del Gruppo AMAG. Chi davvero vuole trasparenza non ostacola gli strumenti che la garantiscono.
Pensare poi di rimandare le audizioni in una normale commissione consiliare, dove chi interviene non ha tutele adeguate, espone potenziali testimoni al rischio di pressioni o condizionamenti. È un metodo che crea un clima intimidatorio e che nulla ha a che fare con la cultura della legalità che dovrebbe guidare un ente pubblico”.