Siamo abituati a pensare la vita come un unico romanzo, con una trama coerente che deve tenere insieme tutti i capitoli, dall’infanzia alla maturità, dal “chi ero” al “chi dovrei diventare”.
Non siamo un romanzo, siamo una raccolta di racconti
La verità è che la vita assomiglia più a una raccolta di racconti brevi, intensi, a volte interrotti, spesso contraddittori, dove alcuni finiscono con un punto fermo, altri restano sospesi, e tutti in modi diversi ci appartengono.
Spesso facciamo fatica a cambiare direzione perché crediamo di dover restare fedeli a ciò che eravamo, come se cambiare significasse tradire la nostra storia. In qualsiasi momento possiamo iniziare un nuovo racconto, anche se il precedente è rimasto incompiuto. Il vero ostacolo alla crescita non è il mondo esterno, ma la nostra resistenza a lasciar andare.
Restiamo legati a ciò che non ci rappresenta più, per paura di essere incoerenti o di deludere qualcuno. Eppure, ogni rinascita nasce proprio dall’accettare che la coerenza non è restare fermi, ma scegliere ogni giorno ciò che siamo diventati.
Accettare la discontinuità della vita significa accogliere i suoi passaggi naturali, la luce e il buio, la fiducia e il dubbio, lo slancio e la pausa. Ogni storia ha la sua voce e il suo ritmo.
Alcune lasciano il segno, altre ci insegnano la pazienza, e tutte, però, rappresentano chi siamo oggi. Il coaching parte dalla consapevolezza che non siamo definiti dai capitoli passati, ma da ciò che scegliamo di scrivere nel presente.
Il cambiamento non è una minaccia all’identità, è la sua naturale evoluzione. Quando sentiamo che “non siamo più la persona di prima”, non spaventiamoci perché è solo il segnale che un nuovo racconto sta per iniziare e la “penna” è tutta nelle nostre mani.
Vassiliki Tziveli è giornalista e mental coach e cura una rubrica fissa su tutti i 51 settimanali del gruppo editoriale Netweek (più di 400mila copie settimanali in 4 regioni italiane: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Liguria) oltre al nostro quotidiano online nazionale.