Roma (RM)

La Capitale fuori dal fondo solidarietà, ora avrà più soldi

Quota fissa e meno Imu. Prossima tappa i poteri

La Capitale fuori dal fondo solidarietà, ora avrà più soldi

Roma esce dal Fondo di Solidarietà Comunale e cambia la propria architettura finanziaria. Con lo sguardo rivolto alla riforma costituzionale, l’accordo annunciato dalla sottosegretaria all’Economia Sandra Savino nel corso della Conferenza Stato-Città, introduce un modello più stabile e su misura per la Capitale. Il provvedimento sarà inserito nel primo veicolo normativo utile, ma la direzione è segnata: Roma non parteciperà più al riparto ordinario del fondo, che finora distribuiva risorse ai Comuni in base a capacità fiscale e fabbisogni standard, con risultati spesso oscillanti. D’ora in poi il Campidoglio riceverà una quota fissa, garantita, mentre contribuirà al Fondo con una parte ridotta dell’Imu.

Una scelta condivisa da maggioranza e opposizione – dal Pd a Fratelli d’Italia – che libera risorse per gli altri Comuni, rendendo la perequazione più equilibrata. “È una decisione attesa, che porta benefici a tutti”, ha sottolineato Savino, ringraziando Anci e il presidente Manfredi per il lavoro svolto. Soddisfatto anche il sindaco Roberto Gualtieri, che parla di “risultato importante” e di “un primo passo nella direzione della riforma dell’ordinamento di Roma Capitale avviato in Parlamento”. Proprio questa riforma, prevista dal ddl approvato dal Consiglio dei ministri a luglio, ora in discussione in commissione alla Camera, punta a riscrivere l’articolo 114 della Costituzione e ad attribuire a Roma poteri speciali e maggiore autonomia amministrativa e finanziaria.

La Capitale potrà legiferare su undici materie cruciali: trasporto pubblico locale, commercio, governo del territorio, turismo, cultura, servizi sociali, artigianato, valorizzazione dei beni culturali e ambientali, edilizia residenziale pubblica, polizia amministrativa locale e organizzazione dell’ amministrazione. E si attribuiranno alla città le “condizioni peculiari di autonomia amministrativa e finanziaria nel rispetto dell’articolo 119”. Gualtieri, proprio riferendosi al tema finanziario, ha più volte sollecitato un iter rapido per la legge ordinaria che accompagnerà la riforma costituzionale: “È lì che si definiscono risorse e strumenti senza i quali i poteri non possono essere esercitati”.

Il passo fatto va in quella direzione e un plauso arriva anche dalla Cgil: “L’uscita di Roma dal Fondo di solidarietà consente una distribuzione delle risorse del fondo più adeguata alle esigenze dei Comuni e riconosce la specificità della Capitale”, ha detto il segretario Cgil Natale Di Cola sottolineando però che questa decisione non compenserà i tagli ai trasferimenti “previsti dalla Legge di Bilancio 2026 né le mancate coperture” su Trasporto pubblico locale e Imu. In ogni caso con l’uscita dal Fondo e la prospettiva di nuovi poteri, per Roma si apre una fase decisiva: più responsabilità, più autonomia e, finalmente, risorse certe, ‘a misura’ della Capitale.