Zanica (BG)

A Zanica il progetto di un grande data center per riqualificare il “Triangolone” che piace anche al Comune

L'idea di una società di Londra: previste aree verdi e generosi oneri di costruzione. L'impatto attutito da barriere e uso di rinnovabili

A Zanica il progetto di un grande data center per riqualificare il “Triangolone” che piace anche al Comune

Un progetto ambizioso, quello proposto da un privato per il cosiddetto “Triangolone” di Zanica: un grande data center, al servizio di grandi aziende internazionali, con aree verdi e la riqualificazione di alcune zone dismesse.

L’assemblea pubblica

Se ne è discusso lo scorso lunedì 24 novembre nel corso di un’assemblea pubblica all’auditorium comunale, alla quale era presente il sindaco Luigi Locatelli. Il progetto, come riportato da L’Eco di Bergamo, è di Astra partners Europe Ltd, con sede a Londra, e prevede appunto la creazione di un polo per ricerca e sviluppo, stoccaggio dei dati e formazione. Tanto che l’Amministrazione comunale, dopo aver ricevuto delle garanzie e aver valutato positivamente l’idea, starebbe prospettando anche collaborazioni con l’Università di Bergamo.

Tutto ancora in via ipotetica, è chiaro, anche se da quanto dichiarato dallo stesso primo cittadino il complesso, così com’è stato delineato, rispetterebbe anche le prescrizioni del Piano di governo del territorio. Nel dettaglio, si tratterebbe di realizzare, nella zona a nord-est del paese situato tra la provinciale, via Padergnone e i comuni vicini (Azzano, Grassobbio e Orio), un data center, effettuando anche bonifiche e ri-naturalizzando parte dell’area.

Impatto e oneri di costruzione

Al Comune sarà restituito il dieci per cento di questa, da destinarsi alle altre attività artigianali ed industriali, oltre che delle porzioni di verde. Inoltre, si potrebbe risolvere il problema dell’ex cava Cuter (dove era stata scoperta una discarica illegale di rifiuti tossici). In termini di consumo energetico, il polo consumerebbe tra i 1.095 ed i 1.642 GigaWatt all’anno, sicuramente una parte proverrà da fonti rinnovabili e, in caso di emergenza, entreranno in funzione generatori a biodiesel.

Necessiterà di 241.900 metri cubi d’acqua all’anno per il raffreddamento, l’uso civile e bagnare le aree verdi. L’impatto ambientale e acustico verrà attutito tramite specifiche tecnologie quali barriere, silenziatori e schermi verdi.

Il Comune porterà a casa come oneri di costruzione cinque milioni di euro per lo sviluppo di aree per le imprese locali, oltre che duecentomila euro l’anno per attività culturali, sportive ed assistenziali del territorio. La manutenzione delle aree sarà totalmente a carico dell’attuatore, che dovrebbe impegnarsi anche a usare fonti rinnovabili e restituire l’acqua utilizzata per l’irrigazione dei campi o l’impiego nel teleriscaldamento.

Il progetto piace al Comune

L’Amministrazione, sulla base dei primi colloqui avuti con l’azienda, si è detta favorevole al progetto. L’opposizione, da parte sua, non ha mostrato contrarietà a prescindere, ma ha chiesto che ci siano garanzie serie, considerando anche il notevole impatto che l’opera avrà sul territorio.

Adesso l’obiettivo è passare, dopo la firma di un protocollo tra privati, società e Comune, a un coinvolgimento di Provincia, Regione e Comuni vicini per arrivare a un Accordo di programma. La speranza in Municipio è di giungere a tutto questo entro il 2026, per poi affrontare la questione della Valutazione d’impatto ambientale.