All’Inter serve tempo per metabolizzare un derby perso in circostanze che hanno lasciato più di una traccia, non solo sul morale ma anche nelle valutazioni tecniche. Ad Appiano Gentile la sensazione diffusa è quella di una squadra che avrebbe potuto ottenere molto di più, soprattutto alla luce di un andamento recente che, tra scontri diretti mancati e un rendimento altalenante, continua a sollevare interrogativi. Al centro di questo dibattito c’è inevitabilmente Yann Sommer, finito sotto la lente dopo l’episodio che ha portato al gol decisivo di Pulisic. Cristian Chivu lo ha protetto pubblicamente, ribadendo il concetto di responsabilità collettiva, ma nell’ambiente nerazzurro serpeggia il dubbio che qualcosa, nelle prestazioni dello svizzero, stia realmente cambiando.
Il tema non nasce dal nulla. Già dalla seconda metà della scorsa stagione parte della tifoseria aveva iniziato a interrogarsi sull’equilibrio tra i pregi e i limiti del 36enne, che a dicembre spegnerà 37 candeline. La grande abilità con i piedi, qualità che ha spesso contribuito a costruire l’identità di gioco dell’Inter, non sempre è bastata a compensare alcune incertezze tra i pali, soprattutto nelle parate pure. L’episodio del tiro da oltre 30 metri di Adzic contro la Juventus è rimasto nella memoria, un segnale inserito in un quadro che oggi torna d’attualità. Anche il gol costato il derby nasce da una respinta corta su un tiro di Saelemaekers, azione che ha ispirato la rete di Pulisic. Un intervento non impossibile, come confermato da un giudizio pesante arrivato da una voce autorevole come Gigi Buffon: “Da ex portiere, quel gol ti lascia l’amaro in bocca perché pensi che qualcosa di diverso lo potevi fare anche se tiri come quelli sono complicati”.
La discussione post-stracittadina è degenerata nel più classico dei confronti ipotetici, immaginando uno scambio di portieri tra Inter e Milan. Un gioco da bar che però riflette il clima di dubbio attorno a Sommer, mentre la squadra sconta difficoltà evidenti nei match di vertice, dove si sommano quattro sconfitte in dodici giornate e una striscia di sei derby senza vittorie. La riflessione del club è inevitabile, anche se intervenire sul mercato di gennaio nel ruolo più delicato del campo non è operazione semplice. Le prime indiscrezioni dall’estero rilanciano il nome di Dibu Martínez, ma restano dubbi sulla reale praticabilità della pista, così come sulla possibilità di affidarsi a Josep Martínez, segnato dalla tragica vicenda personale che ne ha rallentato l’inserimento.
Per l’Inter, dunque, la strada è segnata: avanti con Sommer, nella speranza che possa ritrovare quella brillantezza atletica che gli ha permesso, nonostante i suoi 183 centimetri, di essere per anni una certezza a livello europeo. La società conta sulla sua esperienza e sul suo carattere, soprattutto ora che la stagione entra nella fase più densa. Allo stesso tempo servirà più cinismo da parte degli uomini di Chivu, perché ridurre il peso di un singolo errore può fare la differenza nel futuro prossimo. L’Inter non può permettersi altre scivolate, e per rialzarsi davvero ha bisogno che il suo portiere torni a essere un punto di forza, non un argomento di discussione.