Lodi (LO)

Federico Vanelli, dall’oscurità della depressione alla rinascita: l’olimpionico lodigiano tra i “Nuovi Eroi”

Un percorso di riscatto che gli è valso la nomina a Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana

Federico Vanelli, dall’oscurità della depressione alla rinascita: l’olimpionico lodigiano tra i “Nuovi Eroi”

Nuovi Eroi, l’olimpionico Federico Vanelli di Lodi protagonista della puntata andata in onda giovedì 20 novembre 2025. Un racconto che si inserisce nel viaggio tra i volti dei cittadini esemplari, uomini e donne insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, onorificenza conferita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

L’atleta olimpico si racconta

Una storia di riscatto personale, legata a una straordinaria carriera sportiva, che gli ha permesso di coronare un sogno assaporando intensamente ogni istante vissuto alle Olimpiadi di Rio. Poi la tragica notizia che ha spezzato la sua quotidianità e lo ha spinto in un baratro apparentemente senza via di uscita.

Tra sedute terapeutiche e un gesto di straordinario coraggio – che ha messo a rischio la sua stessa vita ma gli ha permesso di salvare quella di un bambino di 10 anni in procinto di annegare nell’Adda – è iniziata la sua risalita.

Federico Vanelli, ex campione lodigiano

Un percorso che ha trovato nuova forza anche grazie alla nomina a Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, riconoscimento che gli ha consentito di chiudere un capitolo doloroso e tornare a respirare a pieni polmoni.

Questo è ciò che racchiude il suo percorso – raccontato nel programma condotto da Veronica Pivetti, che porta alla luce gli atti eroici compiuti dai cittadini poi premiati dal Presidente della Repubblica – un viaggio tra emozioni e dolori che hanno segnato per sempre la sua storia.

 

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Intervista a Federico Vanelli

Dopo la puntata andata in onda, l’olimpionico Federico Vanelli si è raccontato in un’intervista alla redazione di Prima Lodi.

I dettagli che emergono dalla sua vicenda sono fondamentali per comprendere appieno un percorso che oggi rappresenta una fonte d’ispirazione non solo per i giovani atleti, ma anche per chi attraversa momenti di difficoltà. Vanelli ha posto particolare attenzione al tema della salute mentale, un aspetto delicato che lui stesso ha dovuto affrontare in prima persona.

La rinascita e la “gara finale”

Quella fatidica chiamata della Medicina dello Sport – nella quale gli viene comunicata la diagnosi di cardiomiopatia dilatativa, un difetto cardiaco che gli avrebbe impedito di continuare a praticare lo sport per cui aveva dato tutto – lo trascina in un tunnel oscuro.

Federico Vanelli

Quella che per anni era stata la sua linfa vitale – l’acqua che avvolge il corpo, la libertà senza confini, la sensazione di essere pienamente vivo – improvvisamente gli viene sottratta. Un capovolgimento crudele, un paradosso che lo lascia smarrito, incapace di accettare e di comprendere la nuova realtà.

“Ero in uno stato di derealizzazione: non riuscivo nemmeno a riconoscermi allo specchio. Avevo paura di dormire perché mi venivano le paralisi del sonno, e da sveglio gli attacchi di panico. Avevo totale sfiducia nel mio futuro.”

Il pensiero di una carriera chiusa dall’oggi al domani, senza la possibilità di una gara d’addio – quel momento che ogni atleta sogna per mettere il punto finale a un percorso fatto di sacrifici e passione – lo trascina quindi in un baratro profondo, segnato dalla depressione. Un tunnel dal quale è riuscito a riemergere grazie al sostegno della terapia, ritrovando passo dopo passo la forza di ricostruire la propria vita.

Poi, inaspettatamente, il 20 luglio 2024 qualcosa cambia: una richiesta di aiuto riaccende in lui quella grinta che sembrava spenta da anni e gli dà il coraggio di gettarsi in acqua, sfidando la corrente dell’Adda e i propri limiti. Con quel gesto riesce a salvare la vita di un bambino che stava annegando.

Medaglia assegnata a Federico Vanelli

Un atto eroico che gli è valso la nomina a Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e che, soprattutto, gli ha restituito la sensazione di sentirsi finalmente completo, come se fosse l’ultima gara ufficiale della sua carriera da atleta.

“Uno dei motivi della mia depressione era il fatto di non aver potuto disputare una gara finale: ogni atleta di alto livello sogna quel momento. Non ho potuto dire ‘grazie’ al nuoto, e mi è rimasto quel sassolino nella scarpa. Il salvataggio del bambino mi ha dato la sensazione di liberarmi da quel peso. È come quando ti si incastra un pezzo di carne tra i denti e, dopo vari tentativi, finalmente si stacca: il fastidio sparisce all’istante. Ho provato esattamente quella sensazione”.

Oggi Federico è fonte d’ispirazione per molte persone, le quali hanno fatto sentire il proprio sostegno dopo aver visto la puntata di Nuovi Eroi, ringraziandolo a cuore aperto. Per questo l’atleta desidera lanciare un messaggio per tutti coloro che vivono momenti di difficoltà:

“La mia storia ha commosso molte persone, che mi hanno confidato di essersi sentite meno sole grazie al mio racconto. Alcuni ragazzi mi hanno ringraziato perché anche loro si percepiscono “sbagliati” per il fatto di praticare sport diversi dal calcio o dalla pallavolo. In tanti mi hanno espresso gratitudine per aver affrontato apertamente il tema della depressione. Il messaggio che voglio lasciare è semplice: non arrendetevi mai

 

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