Rozzano (MI)

Manuel Mastrapasqua, ucciso a Rozzano per un paio di cuffiette, il caso torna in aula: l’assassino chiede una nuova perizia

Il nuovo legale di Daniele Rezza, condannato a 27 anni per il delitto di Rozzano, presenta ricorso. La famiglia della vittima pronta all’opposizione: «Ferita ancora aperta»

Manuel Mastrapasqua, ucciso a Rozzano per un paio di cuffiette, il caso torna in aula: l’assassino chiede una nuova perizia

Si riapre la vicenda giudiziaria legata alla morte di Manuel Mastrapasqua. A poco più di un anno dall’omicidio — avvenuto nella notte tra il 10 e l’11 ottobre 2024, per il furto di un paio di cuffie dal valore irrisorio — il caso torna davanti ai giudici.

Omicidio Manuel Mastrapasqua, il caso torna in aula: l’avvocato di Rezza chiede una nuova perizia

ROZZANO – Il nuovo avvocato di Daniele Rezza, oggi ventunenne, ha infatti presentato ricorso contro la condanna a 27 anni di carcere inflitta in primo grado. La difesa chiede che venga disposta una nuova perizia, motivando l’istanza con la cartella clinica recuperata presso il penitenziario dove il giovane è detenuto. Un passaggio che il precedente legale non aveva richiesto.

La famiglia di Manuel pronta all’opposizione

Dall’altra parte, la famiglia Mastrapasqua segue ogni sviluppo con apprensione. Come riporta Il Giorno, la loro avvocata, Roberta Minotti, ha già annunciato che, se l’appello dovesse essere accolto, verrà depositata immediatamente un’opposizione. «L’udienza potrebbe essere fissata tra gennaio e febbraio — spiega — e qualora il giudice desse il via libera alla perizia, chiederemo l’intervento della criminologa Roberta Bruzzone come consulente di parte».

Ucciso nella notte tra il 10 e l’11 ottobre 2024

La tragedia, che aveva sconvolto tutta la cittadinanza di Rozzano, era accaduta alle 2.58 della notte tra il 10 e l’11 ottobre 2024 in viale Romagna. Manuel, 31 anni, era appena rientrato dal lavoro quando fu aggredito in strada e colpito a morte con un unico fendente poco sotto l’ascella, all’emitorace destro con una  coltellata gli tagliò di netto una vena tra il cuore e il polmone.

L’assassino, Daniele Rezza, che all’epoca aveva 19 anni, voleva rubargli un paio di cuffiette wireless da pochi soldi. Dopo l’omicidio fuggì, buttando l’arma in via Cabrini, per poi rientrare nell’abitazione dove viveva con i genitori, in via Trento. Il giovane venne poi rintracciato poco dopo e confessò il gesto, commesso — secondo l’accusa — nel tentativo di impossessarsi delle cuffie della vittima.

La condanna in primo grado

Nel procedimento di primo grado i giudici Antonella Bertoja e Sofia Fioretta avevano riconosciuto la piena responsabilità dell’imputato, aggravata dai precedenti per furto e rapina presenti nel suo fascicolo. La sentenza ha stabilito anche provvisionali immediatamente esecutive per i familiari di Manuel, comprese tra 70 e 150 mila euro, con il risarcimento definitivo da quantificare in sede civile.

Oggi, mentre la macchina giudiziaria riprende il suo corso, la famiglia Mastrapasqua teme che l’attenzione sul caso possa affievolirsi. L’appello presentato da Rezza riporta però la vicenda al centro dell’attenzione, riaprendo una ferita che per loro non si è mai richiusa.