La professione di infermiera era nel suo Dna perché aveva raccolto l’eredità della mamma e della nonna, crocerossina. Grazia Mauri, per tutti Graziella, si è spenta a 85 anni dopo una vita spesa per i malati, in lutto le comunità di Caravaggio, dove viveva, e la frazione di Vidalengo, dov’era nata.
Infermiera per missione
Sono in tanti ancora oggi a ricordare Graziella, anche se era andata in pensione da tempo. Non si dimentica chi ha speso la sua vita per curare i malati, in ospedale come a domicilio, con una dedizione che andava ben al di là del dovere professionale. E in questi giorni molti sono passati a renderle omaggio tra vidalenghesi e caravaggini, che si sono stretti intorno ai familiari.
“Era nata a Vidalengo da una famiglia contadina molto religiosa, prima di due fratelli – ha raccontato la figlia Nives – Già a 14 anni aveva capito che avrebbe seguito le orme della mamma e della nonna, la prima infermiera e la seconda crocerossina in guerra, spinta dalla voglia di aiutare il prossimo. Così entrò in convitto all’ospedale vecchio di Treviglio, il Santa Maria, per poi passare all’ospedale vecchio di Caravaggio e in città conobbe mio padre, Giovanni Tassi con cui si sposò a 24 anni. Chiuso il nosocomio cittadino nel 1971, tornò a Treviglio dove prestò servizio fino alla pensione. La mamma però non lavorava solo in ospedale ma anche a domicilio, prima infatti non c’erano le infermiere di famiglia. La chiamavano anche di notte e lei, che non aveva la patente, o raggiungeva il malato in bicicletta o la venivano a prendere i parenti. Non si tirava mai indietro perché ripeteva sempre questa frase: ‘E se una persona sta male e non ha accanto nessuno?’. Aveva una grande passione per il suo lavoro e le piaceva farlo bene, per lei era una missione”.
La malattia
Graziella è mancata all’hospice di Calcinate lunedì mattina dopo breve malattia.
“Qualche tempo fa aveva accusato un malore e lei, da infermiera, aveva capito subito che si trattava di un infarto – ha raccontato ancora la figlia – è stata ricoverata all’ospedale di Treviglio ma le cose sono precipitate. Quando è tornata a casa è stata seguita dal medico di base, quindi è stata di nuovo ricoverata al policlinico San Marco di Zingonia, dove le hanno applicato un pacemaker: voglio ringraziare i medici dei reparti di Cardiologia e Medicina per le cure che le hanno prestato. La situazione però era già compromessa ed in seguito mia madre è entrata all”hospice di Calcinate. Un grazie va anche all’équipe che qui si è occupata di lei. Era una donna solare, sempre sorridente ma anche schietta: diceva quello pensava ma poi non portava mai rancore. Ci mancherà moltissimo”.
La salma è stata composta alla sala del commiato in Circonvallazione Specchio, i funerali saranno celebrati domani, mercoledì 19 novembre, alle 9.30, nella chiesa parrocchiale di San Giovanni a Vidalengo. Poi il feretro proseguirà verso il tempio crematorio.