Lecco (LC)

Assalto al municipio di Lecco, il Prc: “La responsabilità è di chi ha consentito lo svolgimento della commemorazione fascista”

"L’episodio mostra come, anche a Lecco, l’attenzione delle autorità finisca per colpire chi si oppone al fascismo, mentre ai gruppi neofascisti viene concesso di svolgere liberamente le proprie celebrazioni" affermano dal partito

Assalto al municipio di Lecco, il Prc: “La responsabilità è di chi ha consentito lo svolgimento della commemorazione fascista”

Assalto al municipio di Lecco, il Prc: “La responsabilità è di chi ha consentito lo svolgimento della commemorazione fascista”. Nei giorni scorsi diciassette antifascisti hanno ricevuto un avviso di indagine in relazione agli scontri avvenuti il 28 aprile 2025 davanti a Palazzo Bovara, sede del Comune di Lecco, a seguito della chiusura delle indagini preliminari, accaduti in seguito alla manifestazione organizzata per contestare la commemorazione di una trentina di nostalgici fascisti nei pressi dello stadio di Lecco. Sulla questione è intervenuto nella giornata di oggi, 18 novembre 2025, il Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea – Federazione di Lecco e Giovani Comunisti/e Lecco.

Assalto al municipio di Lecco, il Prc: “La responsabilità è di chi ha consentito lo svolgimento della commemorazione fascista”

“L’episodio mostra come, anche a Lecco, l’attenzione delle autorità finisca per colpire chi si oppone al fascismo, mentre ai gruppi neofascisti viene concesso di svolgere liberamente le proprie celebrazioni – affermano dal partito – Celebrazioni che restano una vergogna e un insulto alla memoria dei partigiani caduti per un’Italia antifascista e al valore dell’antifascismo su cui si fonda la Repubblica. La manifestazione del 28 aprile è nata come un ritrovo spontaneo di centinaia di cittadini e cittadine lecchesi, persone con percorsi e orientamenti politici diversi, unite dall’indignazione per ciò che stava avvenendo allo stadio. Un segnale chiaro che l’antifascismo è ancora vivo nella coscienza collettiva di una città come Lecco, insignita della Medaglia d’Argento al Valor Militare per la Resistenza”.

Poi ancora: “La responsabilità politica di quanto accaduto ricade innanzitutto su chi ha consentito, formalmente e informalmente, lo svolgimento della commemorazione fascista, favorendo un clima di legittimazione delle idee fasciste, clima ulteriormente rafforzato dal governo Meloni. Le accuse di aver “assaltato” il Comune di Lecco sono del tutto infondate: durante la manifestazione era in corso un Consiglio comunale e, come è noto, i cittadini hanno pieno diritto di accedere liberamente all’aula. Non a caso, non si era verificato alcun problema fino alla drammatizzazione seguita all’arrivo del reparto della celere. Ciò che sta accadendo oggi a Lecco, come in altre città, rappresenta il primo effetto giudiziario di precise scelte politiche e di un decreto, il DDL 1660 la cosiddetta “Sicurezza”, che di fatto introduce nuovi strumenti di repressione nei confronti delle lotte sociali e dei conflitti”.

La chiosa “Ribadiamo il nostro sostegno agli attivisti indagati, tra cui un nostro compagno, a cui va tutta la nostra solidarietà, così come la ribadiamo a tutte le mobilitazioni antifasciste e a chi difende i diritti sociali. È stato detto, non a caso, che questo è “un tempo di resistenza”. Riteniamo che a Lecco, come nel resto del Paese, sia possibile lavorare per costruire una vasta unità politica tra tutte le realtà impegnate nell’antifascismo e nelle lotte sociali, indipendentemente dall’orientamento di ciascuna. Un’unità capace di tenere insieme l’antifascismo storico e le nuove forme di antifascismo, per non limitarsi a resistere all’intensificarsi della repressione, ma per dare voce e forza a un’alternativa reale alla deriva militarista che si vuole imporre. Viva l’Italia Antifascista”.

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La giornata era iniziata con un presidio totalmente pacifico ed estremamente partecipato  in Largo Montenero, davanti al liceo scientifico G.B. Grassi, organizzato dall’ANPI di Lecco e sostenuto da forze di centrosinistra. All’iniziativa avevano partecipato il sindaco Mauro Gattinoni, la vicesindaco Simona Piazza, gli assessori Maria Sacchi ed Emanuele Manzoni, il presidente del Consiglio comunale Roberto Nigriello e diversi consiglieri. Lo scopo della manifestazione era condannare l’omaggio reso alla lapide dei repubblichini fucilati a Lecco.

Un gruppo di manifestanti si era poi diretto verso lo stadio lungo Corso Matteotti, ma era stato fermato dal cordone delle forze dell’ordine. Tra gli slogan ripetuti: “Siamo tutti antifascisti”, accompagnato dal canto di Bella Ciao.

Nei pressi dello stadio Rigamonti-Ceppi, una cerimonia commemorativa della Repubblica Sociale era stata organizzata dal gruppo “I Camerati”, con una ventina di partecipanti vestiti di nero e con fiaccole, alla mano. I presenti infatti avevano reso omaggio ai Repubblichini giustiziati a Lecco.  Alla manifestazione aveva partecipato anche il  consigliere provinciale Antonio Pasquini, che aveva letto un brano pronunciato nel 1995 dall’allora presidente della Camera Luciano Violante.

In serata, invece, un gruppo di anarchici aveva dato vita a una protesta violenta davanti a Palazzo Bovara, durante una seduta del Consiglio comunale, sfociata in scontri con le forze dell’ordine.

Da Potere al Popolo Lecco arriva una netta presa di posizione: “Per quanto riguarda il presunto “assalto” al comune è incredibile che durante un consiglio comunale, per sua natura pubblico, si accusino i manifestanti di essere entrati in municipio. Non c’è stato nessun atto di minaccia nè danneggiamento. Potere al Popolo Lecco sa che che parte stare, dalla parte degli antifascisti, siamo a sostegno delle compagne e compagni indagati, insieme a loro continueremo a lavorare per una società antiautoritaria, antimilitarista e anticapitalista, cominciando dalle lotte a difesa dello stato sociale e contro le spese militari”.

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