Cigliano (VC)

Vincenzo Costa e “La società dell’ansia”

Davanti a un pubblico numeroso e partecipe, il professore ha analizzato le origini e le conseguenze di quello che definisce “il malessere del nostro tempo”.

Vincenzo Costa e “La società dell’ansia”

In una società sempre più competitiva e frammentata, l’ansia è divenuta una delle condizioni emotive più diffuse, soprattutto tra i giovani. A parlarne con lucidità e competenza è stato Vincenzo Costa, professore ordinario alla Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele e docente di Fenomenologia e Fenomenologia dell’esperienza, a Cigliano. Davanti a un pubblico numeroso e partecipe, Costa ha analizzato le origini e le conseguenze di quello che definisce “il malessere del nostro tempo”.

Una società che produce ansia: la diagnosi di Costa

Secondo Costa, viviamo in un sistema che alimenta costantemente uno stato ansioso: una società guidata da logiche economiche basate sulla competitività, nella quale gli individui sono chiamati a raggiungere obiettivi sempre più elevati, spesso senza sentirsi all’altezza.
Questa analisi è al centro del suo recente libro “La società dell’ansia” (2024), un saggio che indaga con profondità come le emozioni e i vissuti personali siano fortemente condizionati dalla struttura stessa del mondo contemporaneo.

L’ansia – ha spiegato Costa – non è un problema individuale, ma una conseguenza diretta dell’ambiente sociale in cui viviamo. Il risultato è un diffuso senso di inadeguatezza che porta molti a sentirsi costantemente osservati, valutati, giudicati.

Adolescenti sotto pressione: fobia sociale, ritiro, instabilità emotiva

Il fenomeno colpisce con particolare intensità gli adolescenti, che si trovano in una fase di costruzione della propria identità. Prima ancora di sentirsi accettati, vivono il timore di essere valutati e confrontati con una selezione costante tra “vincenti” e “perdenti”.

Costa ha delineato con precisione i principali sintomi dell’ansia giovanile, sempre più frequenti anche nella cronaca cioè fobia sociale, difficoltà nelle relazioni, disturbi ossessivi, disturbi di personalità, psicosi, ritiro sociale e fuga dalle interazioni e instabilità emotiva.

Secondo il professore, questa pressione costante crea nei ragazzi una sensazione di espropriazione della vita, un “non sentirsi esistere” che può sfociare tanto nel ritiro quanto in forme di orgoglio aggressivo, talvolta alla base del bullismo.

Perché l’ansia cresce nelle società più sviluppate

Un dato sorprendente — sottolinea Costa — è che l’ansia è più diffusa nelle società evolute, dove la competizione e l’individualismo sono più forti. Al contrario, in quei contesti in cui resistono legami familiari e comunitari solidi, i livelli di ansia risultano più bassi: la persona è “accettata prima di essere valutata”.

A peggiorare il quadro interviene poi l’impatto dei social media, che amplificano dinamiche competitive e criteri di giudizio continui, riflettendo a loro volta i meccanismi del liberalismo economico.

Educare alle emozioni: la risposta possibile

Poiché non è pensabile un ritiro dal mondo sociale ed economico che genera questa ansia, Costa invita a investire su un percorso di educazione emotiva, rafforzamento dell’autostima e consolidamento della personalità in età evolutiva.
Scuola, famiglia e comunità hanno un ruolo essenziale nel creare contesti accoglienti in grado di sostenere i giovani durante la loro crescita.

Pubblico numeroso e grande interesse

La conferenza ha attirato un pubblico ampio e qualificato, che ha seguito con attenzione l’intervento del professore. Le numerose domande finali hanno confermato quanto il tema sia sentito e quanto l’analisi proposta da Costa abbia offerto strumenti preziosi per comprendere uno dei più urgenti problemi sociali contemporanei.