Roma (RM)

Il caso Adinolfi, la ruspa alla Casa del Jazz: “Si scava in più punti”

Georadar per indicare la strada, sul posto anche i figli di Adinolfi

Il caso Adinolfi, la ruspa alla Casa del Jazz: “Si scava in più punti”

Georadar per indicare la ‘strada’ e una ruspa per andare in profondità. Sono entrate nel vivo le operazioni di scavo nel complesso della Casa del Jazz, spazio culturale a ridosso di via Cristoforo Colombo a Roma, dove si sospetta possano trovarsi i resti del giudice Paolo Adinolfi, scomparso nel nulla il 2 luglio del 1994. Le verifiche si sono concentrate in più punti attorno a quella che un tempo fu la villa di Enrico Nicoletti, ritenuto il cassiere della Banda della Magliana. Stamattina si è cercato sul retro dell’abitazione e nel pomeriggio nella parte opposta in cui dovrebbe esserci anche un pozzo dell’acqua. L’obiettivo è trovare l’accesso al tunnel sotterraneo. In campo anche esperti con georadar in grado di rilevare anomalie nel terreno.

Ad assistere alle ispezioni carabinieri, guardia di finanza e polizia – pronti a entrare in azione qualora emergessero elementi – ma anche i figli del giudice Adinolfi, l’ex questore di Roma Nicolò D’Angelo (all’epoca alla Squadra Mobile) e l’ex magistrato Guglielmo Muntoni, ora presidente dell’Osservatorio sulle politiche per il contrasto alla criminalità economica della Camera di Commercio di Roma, che ha fatto scattare l’operazione segnalando la presenza di una galleria ‘tombata’, chiusa circa 30 anni fa. L’iniziativa, possibile grazie ai fondi messi a disposizione da Confcooperative del Lazio e dalla Camera di Commercio della Capitale, rientrerebbe in un più ampio progetto di riqualificazione dell’antica galleria. In particolare la Casa del Jazz, nata sulle ceneri di un bene confiscato alla malavita organizzata, sarebbe stata individuata come possibile location anche per la coltivazione di funghi in percorsi sotterranei per l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.

“Non ci fermeremo fino a quando non arriveremo giù e libereremo la galleria” ha assicurato Muntoni. “Sono passati trent’anni quindi i ricordi sono complicati, i georadar funzionano in modo da interpretare” ha spiegato nel pomeriggio al termine degli scavi. “Abbiamo provato in un punto ora in un altro – ha aggiunto – Lunedì faremo dei nuovi lavori. Quando ci saranno i primi risultati li forniremo”. Per l’ex magistrato, “di concreto ci sarà qualcosa che si voleva nascondere all’epoca. Abbiano pensato a esplosivi, armi documenti, preziosi. A Nicoletti non abbiamo trovato neanche mille lire. In banca aveva solo debiti”. Quanto alla possibilità che ci siano dei corpi all’interno del tunnel sostiene: “E’ un’ipotesi come le altre in una situazione di questo genere, visti gli ambienti che hanno frequentato la villa e il periodo storico”.