Roma (RM)

Cinecittà Spa, l’ex AD Nicola Maccanico rischia il processo

Accusato dai pm di Piazzale Clodio di false comunicazioni sociali

Cinecittà Spa, l’ex AD Nicola Maccanico rischia il processo

I pm di Roma hanno chiuso l’indagine in cui si procede per false comunicazioni sociali all’ex amministratore delegato di Cinecittà Spa, Nicola Maccanico. Il procedimento, coordinato dall’aggiunto Giuseppe Cascini e dal sostituto Giorgio Orano, vede coinvolto anche un dirigente della società. Ai due, che ora rischiano il processo, i magistrati contestano di avere dolosamente comunicato nei bilanci 2022 e 2023 “fatti materiali non corrispondenti al vero” in modo “da indurre altri in errore”. Secondo l’accusa sarebbero state occultate perdite per oltre 7 milioni di euro complessivi. Le indagini erano state delegate alla Guardia di Finanza.

Maccanico ha lasciato l’incarico di Ad nel giugno dell’anno scorso ed era il 13 dicembre sempre 2024 quando, al termine dell’assemblea dei soci di Cinecittà SpA, il ministero della Cultura – che esercita i diritti dell’azionista ministero dell’Economia e delle Finanze – aveva preso atto dell’effettiva condizione economico patrimoniale di Cinecittà Spa. Criticavano in quella occasione “quanto rappresentato dalla precedente governance guidata dall’allora amministratore delegato Nicola Maccanico”, in merito ai bilanci della società al 31 dicembre 2022 e 31 dicembre 2023, che risultavano “soggetti a rilevanti rettifiche e devono ritenersi non corretti”. Il Mic comunicava ancora in quella occasione: “Le risultanze sono frutto di una due diligence effettuata dalla società di revisione PricewaterhouseCooper (PWC) che ha avuto il compito di esaminare i conti della società su richiesta del nuovo Consiglio di amministrazione, guidato a partire dal 17 luglio 2024 dall’amministratore delegato Manuela Cacciamani. Le rettifiche ammontano a 8 milioni di euro, con l’effetto di produrre un risultato negativo sia sull’esercizio 2022 che sull’esercizio 2023. Il bilancio al 31 dicembre 2023, in particolare, registra una perdita di 6,7 milioni di euro (che include la perdita maturata al 31.12.2022), con una conseguente variazione dei saldi di apertura del patrimonio netto al 1 gennaio 2024, ridotto quindi a 15 milioni di euro circa dagli originari 22 milioni”.

“In un simile contesto, totalmente difforme da quanto precedentemente comunicato da Cinecittà SpA al ministero della Cultura – sottolineava ancora il Collegio Romano – si è anche dovuto prendere atto che già al 30 giugno 2024 Cinecittà SpA aveva maturato ulteriori perdite per 13,5 milioni di euro, così integrandosi gli estremi dell’art. 2446 del codice civile. Tenuto conto delle perdite degli anni 2022 e 2023 e di quelle maturate nei primi sei mesi del 2024, la società aveva dunque perso più di un terzo del capitale sociale. Nessuna comunicazione al socio e nessuna convocazione di assemblea è mai stata avviata in tal senso dall’allora amministratore delegato”. Alla luce di queste considerazioni, il ministero della Cultura aveva chiesto al Cda di “svolgere ulteriori approfondimenti circa l’esistenza di eventuali danni addebitabili a responsabilità degli amministratori” e si era riservato “ogni ulteriore iniziativa all’esito delle analisi richieste”.

Subito aveva risposto lo stesso ex Ad Maccanico, sostenendo che si trattava di un “tentativo di riscrivere la recente storia di Cinecittà attraverso interpretazioni contabili opinabili con la finalità di ottenere dall’azionista quelle risorse che l’azienda non riesce più a raccogliere sul mercato innanzitutto a causa della sopravvenuta e perdurante incertezza sul tax credit. Interpretazioni che tra l’altro contestano bilanci regolarmente approvati dall’intero Cda, dal collegio sindacale, dal socio e certificati da una primaria società di certificazione come EY. Interpretazioni che insinuano comportamenti illeciti e che non possono più essere tollerate”.