di Xavier Jacobelli
In undici partite di campionato l’Atalanta ha totalizzato 7 pareggi, 2 sconfitte consecutive, 2 sole vittorie, l’ultima delle quali il 21 settembre. Mai, da undici anni a questa parte, la squadra era partita così male in Serie A.
Il netto, meritato, inequivocabile 3-0 del Sassuolo a Bergamo mette sulla graticola Juric. Dal mercoledì alla domenica, l’allenatore non ha fatto nemmeno in tempo a godersi appieno la soddisfazione scaturita dall’impresa di Marsiglia in Champions League dove la Dea, al contrario, è in piena zona playoff avendo inanellato 2 vittorie, 1 pareggio e 1 sola sconfitta.
L’imbarazzante dicotomia è stata impietosamente messa a nudo dall’impresa neroverde. Fabio Grosso, al quarto risultato utile consecutivo, ha firmato la partita tattica perfetta, squadra corta, abile a irretire Lookman e Krstovic, pronta a ripartire per colpire e affondare i rivali. La prova collettiva è stata sublimata dalla doppietta di Domenico Berardi, più che mai bandiera e capitano del Sassuolo, due prodezze d’autore (la prima trasformando il quarantaseiesimo rigore in carriera) per agganciare Higuain a quota 126 gol in Serie A, uno in meno di Shevchenko.
L’Atalanta si è squagliata in maniera imbarazzante. Praticamente, la sua partita si è fermata al 10′, quando Jay Idzes si è immolato sulla linea di porta di Muric per respingere la cannonata di Lookman. Dopodiché, al nulla assoluto bergamasco si è contrapposto il total show Sassuolo, favorito dalle amnesie di una Dea spenta, senza ritmo, senza velocità, surclassata dal centrocampo emiliano dove ha brillato la classe adamantina di Matic, mentre in attacco ha brillato Pinamonti e non è una novità.
Allo scintillio sassuolese ha fatto da contraltare il flop di Samardzic, repentinamente passato dalla gloria del Vélodrome al grigiore di una prova palesemente inconsistente. E pensare che, per promuoverlo titolare, all’inizio Juric aveva lasciato in panchina De Ketelaere, il solo, nella ripresa, a dare qualche segnale di propositività accanto all’ammirevole Zappacosta, l’unico a metterci la determinazione che tutta la squadra avrebbe dovuto mostrare.
Le montagne russe sulle quali l’Atalanta viaggia dall’inizio della stagione sono pericolose. Dopo la sconfitta, Juric ha dichiarato di non essere preoccupato. È il caso cominci a esserlo.