Il caso ha voluto che la quarta udienza del processo a suo carico fosse fissata martedì della scorsa settimana, giorno del suo cinquantanovesimo compleanno.
Accusato di perseguitare l’ex amante, imprenditore a processo per stalking
G.C., imprenditore lissonese e amministratore della società che sta realizzando un maxi progetto di rigenerazione urbana a Carate Brianza, si sta difendendo in Tribunale a Monza dall’accusa di atti persecutori nei confronti dell’ex amante che, nella primavera del 2023, aveva sporto denuncia nei suoi confronti per stalking. Denuncia che ha comportato per l’imprenditore l’applicazione del braccialetto elettronico e in seguito – dallo scorso inverno fino ad aprile per poi nuovamente a fare data da giugno -, gli arresti domiciliari sostituiti sabato scorso dal divieto di dimora nel Comune di Lissone e dall’obbligo di presentazione quotidiana alla Polizia giudiziaria all’esito della richiesta di revoca o modifica della misura cautelare avanzata dal suo legale.
Martedì, nell’Aula D del Tribunale di Monza, davanti al giudice Carmelo Di Paola, sono sfilati i testimoni chiamati dalla difesa dell’uomo, assistito dall’avvocato Sirio Serafinelli dello Studio legale Tomaino e De Zan di Milano. Quest’ultimo di recente finito sotto le luci dei riflettori in quanto legale di Federico Monzino, il pr milanese coinvolto nella vicenda relativa alla diffusione dei messaggi privati intercorsi tra la modella Martina Ceretti e il celebre attore Raoul Bova.
Lunga la lista dei testi ascoltati martedì. Che hanno sostanzialmente confermato la frequentazione, a cavallo tra il 2022 e il 2023, tra l’imprenditore e la donna che lo ha poi denunciato (dagli incontri nella casa prestata da un amico allo shopping nell’outlet di un marchio di lusso), riferendo inoltre di momenti di tensione non solo tra i due, ma anche tra l’imputato e il marito dell’ex amante (contro il quale l’imprenditore aveva a sua volta sporto denuncia per stalking, conclusa con l’archiviazione del procedimento).
In particolare una lite in un negozio di scarpe sedata da un’amica della donna (presente martedì); una telefonata dai toni decisamente accesi tra l’imputato e il marito dell’ex amante ascoltata a suo tempo e riportata in Aula dall’ex datore di lavoro di lei che ha fatto cenno poi ad una successiva telefonata ricevuta da G.C. nel tentativo di screditare la professionalità della donna; improperi rivolti dalla donna al presunto stalker in un frequentato bar della città raccontati dal gestore che vi aveva assistito di persona.
Le testimonianze rese si sono concentrate inoltre su episodi successivi alla denuncia della primavera 2023, mirate a dimostrare la volontà dell’imprenditore di stare lontano dall’ex amante.
Quindi un paio di incontri fortuiti nell’androne di un palazzo e in un bar della città –
«G.C. ha subito lasciato il caffè sul tavolo ed è uscito dal locale quando è entrata l’ex amante» -, e un terzo in un noto ristorante di Monza: da una parte lui, dall’altra lei (in due tavoli prenotati separatamente la stessa sera), la cena è finita all’antipasto con l’arrivo dei Carabinieri chiamati dalla donna. «Avvisato da G.M. della vicenda, avevo chiesto alla signora se la sua presenza la infastidisse. Dopo aver acconsentito a farlo accomodare, passata una mezz’ora durante la quale non ho notato nulla di strano, ha però richiesto il suo allontanamento», ha raccontato in tribunale il ristoratore.
Davanti al giudice è comparso anche il socio in affari del 59enne nella società che sta realizzando un maxi progetto di rigenerazione urbana a Carate Brianza. Il professionista ha raccontato di aver assistito nella primavera del 2023 ad una zuffa tra il socio e il marito dell’ex amante di fronte allo studio notarile lissonese, sede della società, sottolineando inoltre le difficoltà operative che l’attività è stata costretta ad affrontare per la limitata libertà di movimento di G.C., amministratore unico e «volto» commerciale.
L’udienza di martedì si è conclusa in tarda mattinata, dopo l’allontanamento dell’imprenditore a seguito dei ripetuti richiami del giudice Di Paola a un comportamento consono a un’aula di tribunale. Il processo riprenderà a dicembre.