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Caos nei cieli USA, con lo shutdown oltre 5.000 voli cancellati o in ritardo

Le conseguenze si fanno sentire anche in Italia. Cos'è il blocco del governo federale che sta paralizzando gli Stati Uniti

Caos nei cieli USA, con lo shutdown oltre 5.000 voli cancellati o in ritardo

Gli Stati Uniti stanno vivendo un caos senza precedenti nei cieli. Oltre 5.000 voli sono stati cancellati o ritardati – nella giornata di venerdì 7 novembre 2025 – a causa dello shutdown del governo federale, il blocco amministrativo che paralizza le attività pubbliche non essenziali.

Lo riferisce la Cnn, secondo cui più di 1.000 voli sono stati cancellati e oltre 4.100 hanno subito ritardi in 40 aeroporti tra i più trafficati del Paese, da New York a Los Angeles, da Chicago a Washington. Nello scalo Ronald Reagan della capitale, il ritardo medio in arrivo ha superato le due ore.

Carenza di controllori di volo e riduzioni forzate

La Federal Aviation Administration (Faa) ha confermato che le riduzioni sono dovute alla carenza di controllori del traffico aereo, costretti a lavorare da settimane senza stipendio per la mancanza di fondi pubblici. Per “ridurre i rischi strutturali del sistema”, l’agenzia ha ordinato una riduzione progressiva dei voli (in questo modo secondo quanto riferisce Nbc News):

  • -4% dal 7 novembre,
  • -6% entro l’11 novembre,
  • -8% entro il 13 novembre,
  • fino a -10% entro il 14 novembre.

Il segretario ai Trasporti Sean Duffy, intervistato da Fox, ha avvertito che nel weekend “le cancellazioni potrebbero arrivare al 20%”, ribadendo che la riduzione del traffico “è necessaria per mantenere la sicurezza messa a rischio dalla mancanza di personale e di fondi”.

Le tratte più colpite sono quelle nazionali a corto raggio, mentre i collegamenti internazionali restano per ora meno interessati dai disagi. Gli aeroporti di Phoenix, Atlanta, Chicago, New York, San Francisco e Washington risultano i più in difficoltà, con ritardi medi di 4-5 ore nella notte, e 32 torri di controllo in carenza di personale, secondo i rapporti del Dipartimento dei Trasporti.

Le file ai controlli negli aeroporti hanno raggiunto diverse ore di attesa, e cresce il timore per la settimana del Ringraziamento, tra due settimane, quando si attendono 31 milioni di passeggeri, record storico secondo Airlines for America, l’associazione delle compagnie aeree americane.

Che cos’è lo shutdown che sta paralizzando l’America

Lo shutdown è una procedura prevista dalla legge americana (Antideficiency Act) che impone la chiusura delle attività amministrative federali non essenziali quando il Congresso non approva la legge di bilancio. In questo caso, il blocco – entrato in vigore il 1° ottobre – è diventato il più lungo nella storia degli Stati Uniti, con oltre 37 giorni di paralisi.

Alla base c’è lo scontro politico tra democratici e repubblicani: i primi chiedono di includere subito l’estensione dei sussidi dell’Obamacare nell’accordo di bilancio, i secondi si oppongono e chiedono di votare i provvedimenti separatamente.

Donald Trump

Nel frattempo, la Corte Suprema ha accolto un ricorso del presidente Donald Trump, permettendogli di sospendere parte dei sussidi alimentari federali per novembre, trattenendo circa 4 miliardi di dollari, una decisione che aggrava ulteriormente le tensioni sociali.

Le ripercussioni in Europa e in Italia

Le conseguenze dello shutdown si fanno sentire anche oltre Atlantico. In Europa e soprattutto in Italia, dove operano basi militari americane, sono a rischio gli stipendi dei lavoratori civili italiani.

La deputata del Partito Democratico Debora Serracchiani ha presentato un’interrogazione ai ministri della Difesa Guido Crosetto e del Lavoro Marina Calderone, chiedendo al governo di provvedere “al versamento immediato dello stipendio ai dipendenti civili delle basi Usa in Italia, concordando con le autorità americane il successivo rimborso”.

Debora Serracchiani

Anche i militari americani di stanza in Europa segnalano ritardi nei pagamenti, mentre la gestione aeroportuale negli Stati Uniti resta nel caos: molti controllori di volo lavorano senza ricevere compenso, e gli aeroporti hanno dovuto stilare liste autonome di voli da cancellare, in assenza di comunicazioni chiare dalla Faa.