Tra il Movimento 5 Stelle di Settimo e le forze alleate pare che non siano ancora del tutto risolte alcune tensioni politiche. L’ultimo episodio, in ordine di tempo, risale alla seduta del Consiglio comunale ampiamente raccontata sulle colonne de La Nuova Periferia.
Il Movimento 5 Stelle: un caso in maggioranza?
Forse, è stato solo un caso. Una coincidenza e nulla di più. Ma nel corso dell’ultima seduta consiliare, non sono passati inosservati gran parte dei banchi della maggioranza vuoti mentre la capogruppo pentastellata, Anna Sanfilippo (nella foto principale dell’articolo), ha preso la parola per illustrare l’ordine del giorno sulle liti temerarie (documento formalmente firmato da tutti i gruppi di maggioranza).

Un’immagine emblematica. Soprattutto alla luce dei retroscena più volte raccontati proprio dalla nostra testata rispetto a presunte tensioni all’interno del campo largo guidato da Elena Piastra. Insomma, i precedenti non mancano. Anche se va precisato che le «tensioni» sembrano serpeggiare più tra i banchi del Consiglio comunale che tra quelli della Giunta, in cui l’intesa politica con i pentastellati pare che proceda a gonfie vele.
Braccio di ferro tra leader
La «spaccatura», quindi, si avverte soprattutto in Consiglio comunale. E i principali dissapori – stando ai rumors che circolano dentro e fuori i corridoi di Palazzo Civico – vedrebbero sempre di più ai ferri corti la capogruppo del Movimento 5 Stelle e quella del Partito Democratico, Elena Ruzza. Tra le due, politicamente parlando, pare non sia un mistero che ci sia poca chimica, specialmente per quanto riguarda le modalità di lavoro da seguire in maggioranza.
Così come non è un mistero – nonostante qualche smentita ufficiale – la «battaglia» che la pentastellata starebbe portando avanti come un treno per rivendicare il ruolo del Movimento all’interno della coalizione. E d’altronde basta ascoltare i suoi interventi in Consiglio in cui, come dei veri e propri mantra, rimarca la formula magica «noi del Movimento 5 Stelle». Quasi come a voler dire che il campo largo non deve precludere – oppure oscurare – l’identità politica del M5S. Un concetto che Sanfilippo ha sottolineato pubblicamente anche qualche settimana fa sulle nostre colonne, subito dopo le dimissioni di Chiara Appendino come vice nazionale di Giuseppe Conte.
Con questa immagine come sfondo, fa dunque riflettere l’assenza della maggioranza proprio mentre Sanfilippo illustrava l’ordine del giorno «della discordia» (se si pensa a quella interna alla coalizione). E se la capogruppo Ruzza è rientrata nel corso del dibattito, c’è anche chi – come Alessandro Scopel – è rimasto fuori l’aula per tutta la durata di una discussione che ha visto molto più partecipe l’opposizione rispetto agli alleati di Sanfilippo (è infatti intervenuto solo il Dem Nicolò Farinetto).
Alla fine dei conti, il documento con cui si chiede di sostenere il progetto di legge nazionale contro le liti temerarie passa con 15 voti favorevoli. Adesso rimane da capire quando (e se) passerà il «mal di pancia» nel campo largo.