È una storia di disagio economico quella che viene riportata sulle colonne de La Nuova Periferia. Tra crisi e burocrazia, dopo lo sfratto, una famiglia settimese monoreddito fatica a trovare un proprietario disposto ad affittargli un alloggio.
Disagio economico
La storia di Marco non è solo il racconto di un dramma personale ma è lo specchio di una società che, tra crisi economica e burocrazia, non è ancora in grado di offrire un sostegno dignitoso alle fragilità.
Marco, 53 anni, operaio, padre di famiglia, dal 13 dicembre rischia di rimanere senza casa. «Io ho sempre pagato l’affitto ma il proprietario ha bisogno della casa e questa possibilità è nei suoi diritti – premette -. Ho ricevuto lo sfratto del giudice e tra poche settimane devo andare via, ma non riesco a trovare nessun altro alloggio perché tutti chiedono due buste paga. Io, però, lavoro da solo. Come dobbiamo fare?».
Da quando Marco ha saputo di dover lasciare l’attuale abitazione, sono stati diversi i proprietari di case che ha contattato. Ma la risposta è sempre stata la stessa: «Servono due stipendi». Una difficoltà che ha segnalato anche al Comune e agli assistenti sociali. «Qualcuno mi ha detto di provare a cercare qualcosa verso Barriera di Milano – racconta –, ma io ho sempre vissuto a Settimo, ho il lavoro vicino e ho sempre pagato. Sia l’affitto che le tasse».
L’appello
Nel corso dell’intervista, quasi a voler confermare ogni passaggio del suo racconto, ci mostra prima lo sfratto per finita locazione, poi la busta paga di circa 1200 euro «perché un quinto dello stipendio mi è stato pignorato per pagare i debiti di un mio familiare». E poi, nella cartellina che Marco porta con sé, ci sono le mail ricevute dal Comune, dagli assistenti sociali, dalla Commissione per l’assegnazione degli alloggi. «Ho fatto diverse volte domanda per le case popolari. L’ultima richiesta l’ho spedita a luglio», spiega, mostrandoci la risposta di esclusione «per documentazione incompleta» ricevuta per il precedente bando che era stato emesso nel 2021. «C’è scritto che la documentazione non andava bene, ma io la domanda l’avevo compilata in Comune. Ho provato pure a chiedere se potevo accedere all’autorecupero ma – prosegue – mi è stato detto che non rientravo nella categoria».
Dopo aver percorso ogni strada, inciampando anche in cavilli burocratici, adesso Marco lancia un appello per non ritrovarsi senza un tetto. Ma dietro la sua richiesta di aiuto si celano le difficoltà di una qualsiasi famiglia monoreddito. Con uno stipendio di 1200 euro e un affitto almeno di 500 euro. «Dovrò anche trovare una casa che non abbia un costo spropositato – aggiunge -. Possibile non ci siano soluzioni?».
L’analisi del Comune sul tema affitti
Sul tema degli affitti è spesso intervenuta anche la sindaca Elena Piastra. «Oggi c’è una situazione di impoverimento generale della popolazione e il numero di persone che fanno domanda per la casa popolare, e ha almeno un reddito nel nucleo familiare, è altissimo. Soprattutto negli ultimi cinque anni, gli stipendi non sono più in grado di far fronte al costo dell’affitto e i proprietari cercano più facilmente affitti brevi», analizza Piastra, spiegando che «quando c’è un reddito, per il Comune è molto complicato intervenire» perché «tutto l’impianto socio assistenziale si basa sulla logica di aiutare chi non ha nulla».
Tra le forme a disposizione del Comune ci sono gli aiuti al proprietario, che così si può impegnare ad abbassare l’affitto, e poi il bonus salvasfratti. Tra le misure al vaglio dell’ente, infine, anche gli aiuti per chi riesce a pagare l’affitto ma con evidenti difficoltà.