Alessandria (AL)

Alluvione ’94, Morchio: “In quel fango è nata la coscienza collettiva di Protezione Civile”

Una ferita profonda, ma che ha reso il Sistema Regionale di Protezione Civile del Piemonte più forte e resiliente

Alluvione ’94, Morchio: “In quel fango è nata la coscienza collettiva di Protezione Civile”

Le parole di Andrea Morchio, responsabile del Coordinamento Territoriale Volontariato di Protezione Civile di Alessandria, nel ricordare la tragica alluvione del 1994 ad Alessandria. Una catastrofe che causò la morte di 14 persone solo ad Alessandria, ma che è stato un banco di prova per il Servizio Nazionale della Protezione Civile, nato solo due anni prima.

Le parole di Andrea Morchio

“Oggi, non ricordiamo solo la tragedia, ma celebriamo la straordinaria forza di risposta che l’alluvione di Alessandria e del Piemonte del novembre 1994 ha saputo generare. Quella catastrofe, che causò 68 vittime e danni incalcolabili, fu il banco di prova più duro per il neonato Servizio Nazionale della Protezione Civile, istituito solo due anni prima.
Alessandria, sommersa per quasi il 50% della sua superficie, divenne l’emblema di una regione in ginocchio. Ma proprio in quella melma, in quel fango che copriva ogni cosa, è nata e si è consolidata la coscienza collettiva di Protezione Civile che oggi è il nostro orgoglio.

Prima del ’94, il Piemonte contava su poche, ma coraggiose, organizzazioni di volontariato di Protezione Civile. L’acqua non aveva ancora smesso di scorrere che migliaia di noi, non solo dal Piemonte ma da tutta Italia, ci siamo riversati nelle zone colpite. Eravamo Alpini, Croci, Caritas, e semplici cittadini. Eravamo donne e uomini che, con trattori, pale e tanta buona volontà, lavoravamo fianco a fianco a militari e forze dell’ordine per liberare case, aziende e strade.
Come è stato evidenziato pubblicamente più volte, il modello di volontariato visto in azione in quel ’94 ha fornito lo slancio decisivo e ha gettato le basi per la forma odierna del volontariato organizzato. È stato un salto di qualità fondamentale: siamo passati da una risposta dettata dall’emergenza e dalla solidarietà spontanea, a una struttura più coordinata, preparata e capillare.

Il dato è impressionante, e parla chiaro: nella sola provincia di Alessandria, dalle poche organizzazioni pre-crisi, siamo arrivati a superare oggi le 130 associazioni di volontariato di Protezione Civile, molte delle quali sono gruppi comunali o intercomunali. Questo testimonia l’accresciuta attenzione che noi, come territorio, dedichiamo ai temi della prevenzione e della sicurezza.

L’Alluvione del 1994 è stata una ferita profonda, ma ha reso il Sistema Regionale di Protezione Civile del Piemonte più forte e resiliente. Ci ha spinto a introdurre un sistema di allertamento per rischio idraulico e idrogeologico migliorato, e ha rafforzato il ruolo cruciale della pianificazione comunale.
Oggi, noi volontari piemontesi siamo un punto di riferimento nazionale, pronti a intervenire non solo nella nostra regione ma in ogni emergenza che colpisca il nostro Paese.

Ricordare il ’94 non è solo un dovere di memoria verso le vittime, ma un atto di gratitudine verso tutti quei volontari che hanno trasformato una devastazione in un’occasione di crescita e organizzazione.
E per questo, l’eredità più importante del ’94 è un messaggio chiaro, la Protezione Civile è un patrimonio di tutti.
Mantenere vivo questo sistema, fatto di competenza e cuore, è il modo migliore per onorare la memoria di chi non ce l’ha fatta e per proteggere il nostro futuro.
La forza di una comunità si misura nella sua capacità di rialzarsi, e noi lo abbiamo dimostrato. Facciamo in modo che questa forza non si spenga mai”.