Besana in Brianza (MB)

Teneva il figlio al guinzaglio perché lo riteneva posseduto da un demone: papà rinviato a giudizio

L'uomo è accusato di sequestro di persona. Nella disperazione si era rivolto ad alcuni mistici per fare curare il figlio, malato psichiatrico.

Teneva il figlio al guinzaglio perché lo riteneva posseduto da un demone: papà rinviato a giudizio

Secondo lui, il problema che affliggeva la mente del figlio non era dovuto a qualche patologia psichiatrica, ma al “demonio”, che andava “scacciato” attraverso la preghiera.

E per questo motivo, allo scopo di evitare che il figlio stesso compisse gesti autolesionistici, o danneggiasse gli arredi di casa, non esitava a legargli le mani, a volte anche i piedi, con delle corde da alpinismo, anche per portarlo a fare una passeggiata in un prato, come accaduto a giugno dello scorso anno in un terreno a Besana in Brianza.

Rinviato a giudizio

Il padre, 69enne brianzolo, è stato rinviato a giudizio dal gup Angela Colella, di Monza, con l’accusa di sequestro di persona (prima data del processo prevista ad aprile), mentre l’accusa di maltrattamenti nei suoi confronti era già stata archiviata, come chiesto dalla stessa procura al termine di un iter giudiziario altalenante.

A giugno 2024, il figlio dell’imputato era stato trovato dai carabinieri seduto in mezzo a un prato a Besana in Brianza, tra la vegetazione, con l’aria smarrita e una corda alla vita chiusa da un moschettone. Praticamente al guinzaglio. Alla richiesta di spiegazioni, il padre aveva detto che il figlio era posseduto da un demone, e che per scacciarlo si rivolgeva a un gruppo di preghiera della zona.

A giugno dello scorso anno l’arresto dei Carabinieri

Padre e figlio, quel giorno, erano usciti per una passeggiata, a casa i Carabinieri avevano trovato solo la madre. La donna aveva riferito della volontà del marito, maturata nell’ultimo periodo, di non far seguire il figlio da alcun professionista o struttura sanitaria nonostante i gravi problemi di salute del 39enne che nei giorni precedenti si era dimostrato particolarmente aggressivo, tanto da dover essere immobilizzato per evitare che potesse cagionare a sé o ad altri del male.

I due erano stati poi trovati in un’area verde poco distante: il 39enne visibilmente trasandato, seduto sull’erba in stato confusionale e legato ad una corda, di quelle che si usano in montagna, che gli cingeva la vita sostenuta dal padre, distante pochi metri.

Il padre aveva spiegato ai militari di essere ricorso alla corda temendo la fuga improvvisa del figlio e si era opposto all’intervento del personale sanitario. «Mio figlio non è malato, è posseduto da un demone».

Per tale motivo, disperato, lo aveva condotto da alcuni sedicenti mistici, pare a Missaglia, nel Lecchese, che lo avevano sottoposto a dei rituali. A seguito dell’intervento del «118», il 39enne era stato trasportato in codice verde all’ospedale di Vimercate, mentre il padre era stato dichiarato in arresto e, al termine delle formalità di rito, su disposizione del pubblico ministero di turno della Procura della Repubblica di Monza, condotto in carcere.