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Mantova e Bergamo le città più green del Nordovest

L’indagine, ormai storica, individua una serie di indicatori (in questa edizione sono 19) con i quali si cerca di capire, città per città, quali siano i gradi di vivibilità, nell’eterno rapporto tra l’individuo e l’ambiente in cui vive.

Mantova e Bergamo le città più green del Nordovest

Sono Mantova e Bergamo le due città capoluogo che si distinguono nella classifica nazionale stilata da Legambiente nel 32° rapporto “Ecosistema urbano”.

La classifica delle città più green vede Mantova e Bergamo nei primi posti nazionali

L’indagine, ormai storica, individua una serie di indicatori (in questa edizione sono 19) con i quali si cerca di capire, città per città, quali siano i gradi di vivibilità, nell’eterno rapporto tra l’individuo e l’ambiente in cui vive. L’edizione del rapporto pubblicata a ottobre conferma sostanzialmente il quadro delle edizioni precedenti: lo stato di salute delle città italiane non è in ottima forma, e anzi ci sono delle contrazioni in negativo di alcuni centri urbani rispetto alle passate edizioni dell’indagine, prevalentemente per quanto riguarda lo smog e l’inquinamento. Mantova e Bergamo sono le uniche due città del Nordovest che superino quota 70% nel risultato finale della somma di tutti i 19 indicatori, rispettivamente al 78% e al 71%.

«I parametri che determinano la classifica delle performance ambientali dei Comuni di Ecosistema Urbano 2025 di Legambiente – si legge nel rapporto – basate su dati comunali relativi in modo prevalente all’anno 2024, sono quest’anno 19 (erano 20 nella passata edizione) e prevedono l’assegnazione di un punteggio massimo teorico di 100 punti, costruito caso per caso sulla base di obiettivi di sostenibilità. I punteggi assegnati per ciascun indicatore identificano il tasso di sostenibilità della città reale rispetto a una città ideale (non troppo utopica visto che esiste almeno un capoluogo che raggiunge il massimo dei punti assegnabili per ognuno degli indici considerati). Come sempre nel nostro studio, gli indicatori selezionati per la graduatoria complessiva dei 106 capoluoghi esaminati nel report coprono sei componenti ambientali presenti in città: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia».

Alcune curiosità dei nostri centri

Tra gli indicatori ce ne sono alcuni che, oltre a dare il quadro della situazione, sono decisamente interessanti. Ad esempio, quanti sono gli alberi per abitante in ogni centro? Tra le nostre è Cremona la città con più essenze arboree ogni 100 residenti. Oppure ancora, uno dei fattori determinanti – e più immediati per farsi un’idea della sostenibilità ambientale di un centro urbano – è la percentuale di raccolta differenziata, ossia quanta parte della spazzatura che ognuno di noi produce viene riciclata sul totale dei rifiuti. Ebbene, al fianco di vere e proprie eccellenze come la stessa Mantova (che ha il dato più alto di tutte) o ancora Cremona, il Nordovest presenta moltissimi margini di miglioramento in questo capitolo, come per esempio ad Alessandria, che è ferma a poco sotto il 50%, oppure a Savona, dove scende addirittura al 45%. In termini di inquinamento è curioso anche il dato sulle Zone Traffico Limitato: quanti metri quadri sono ogni 100 residenti? Milano, con la sua tanto discussa divisione in aree di accesso, è fermo a 118 metri quadri ogni 100 abitanti, ed è a Pavia che si registra un numero davvero alto, di quasi un chilometro quadrato. E, di nuovo, torna l’esempio di Mantova, dove i metri quadri ogni 100 abitanti di ZTL sono addirittura 1.700.

Il focus su Mantova

La città del Mantegna aveva già occupato le prime posizioni della classifica dell’Ecosistema Urbano:

«Settima lo scorso anno, ma ancora seconda nell’edizione 2023 di Ecosistema Urbano, la città del Mantegna si riporta in alto confermando buoni dati in alcuni degli indici più significativi del nostro studio – così il rapporto – come, ad esempio, nel calo nei consumi idrici dove il capoluogo lombardo scende dai 223 litri procapite giornalieri, tra i peggiori lo scorso anno, agli attuali 130, confermandosi al tempo stesso una delle città con le più basse percentuali di perdite della rete idrica: 16,3% (lo scorso anno si fermava però al 15,6%). Sempre tra le migliori città per quel che riguarda la percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato e avviati a recupero che quest’anno si conferma all’84% di Rd, come lo scorso anno. Altra performance molto positiva Mantova la fa registrare nella superficie di suolo destinato ai pedoni che cresce dai 27,3 mq/100 abitanti della passata edizione ai 90,1 di quest’anno».

Il balzo in avanti di Torino

Il capoluogo piemontese fa parte del gruppo di grandi città analizzate nello studio che sono state oggetto di maggiori movimenti, un po’ in contrasto con l’andamento generale del rapporto che sostanzialmente conferma gli orizzonti complessivi.

«Non si può non notare un passo avanti (era 85° nella passata edizione, è 62° quest’anno), anche in questo caso dovuto però a qualche buona performance che, unita alla contrazione generale, porta a questo salto. Il capoluogo regionale piemontese – scrivono gli esperti di Legambiente – quest’anno raggiunge due bonus, che vogliono dire un +4% complessivo sul punteggio finale. Non eccelle nella qualità dell’aria, sebbene faccia segnare un lieve miglioramento nell’ozono, è infatti la peggiore nell’indice dell’NO 2 (assieme a Milano, Napoli e Como), con una media di 33 microgrammi al metro cubo. Riesce a confermare basse perdite di rete e a mantenere un buon numero di passeggeri trasportati dal tpl così come negli alberi piantati su suolo pubblico. Prende il massimo (assieme a Milano e Napoli) nell’indice dedicato al consumo di suolo che quest’anno pesa un po’ di più (lo scorso anno si fermava a 7,5 su 10). In negativo, oltre il biossido di azoto già citato, non sfuggono le 75 auto circolanti ogni 100 abitanti (erano 69 nella passata edizione)».