Viterbo (VT)

Trasporto pubblico a Viterbo: Il fallimento di un servizio essenziale e le disparità sociali

Orari ridotti e collegamenti inesistenti penalizzano chi non ha l'auto, ostacolando l'inclusione e la partecipazione alla vita cittadina

Trasporto pubblico a Viterbo: Il fallimento di un servizio essenziale e le disparità sociali

Il pums di viterbo: Tra obiettivi ambiti e realtà cruda

Il Piano Urbano di Mobilità Sostenibile (PUMS) di Viterbo, come accade in molte città, si propone di rivoluzionare il sistema di trasporto urbano, con l’obiettivo dichiarato di ridurre l’inquinamento, decongestionare il traffico e promuovere l’inclusione sociale. Il PUMS dovrebbe puntare al potenziamento delle linee di trasporto pubblico, che si tratti di autobus, navette o altri mezzi, con due compiti fondamentali: ridurre il peso del traffico automobilistico privato, con conseguenze benefiche sulla circolazione e sull’inquinamento; offrire possibilità di spostamento a chi non possiede mezzi privati o la patente di guida. L’obiettivo è ambizioso: una mobilità urbana più sostenibile, accessibile a tutti e rispettosa dell’ambiente. Tuttavia, l’analisi del contesto viterbese rivela una realtà ben diversa, caratterizzata da un servizio di trasporto pubblico insufficiente e poco attrattivo.

Viterbo: Una città tra tradizione e innovazione

Viterbo, con la sua storia e le sue tradizioni, non è una metropoli abituata all’uso intensivo dei mezzi pubblici. L’uso dell’auto privata è profondamente radicato nella cultura locale, e l’assenza di valide alternative rende difficile cambiare le abitudini dei cittadini. Il testo sottolinea come, in passato, l’auto nuova fosse un simbolo di status da esibire, mentre oggi, pur non essendo più un elemento distintivo, rimane uno strumento di libertà e indipendenza. La difficoltà di invertire questa tendenza è evidente, e si riflette nella scarsa attrattiva del trasporto pubblico. Il rischio, quindi, è che il PUMS rimanga solo un insieme di buone intenzioni, senza un impatto reale sulla mobilità urbana.

Incentivi vs. Dissuasori: La sfida di cambiare le abitudini

Per ridurre l’uso dell’automobile, si possono adottare due approcci: incentivare l’uso dei mezzi pubblici o disincentivare l’uso dell’auto privata. Gli incentivi, come la creazione di parcheggi gratuiti o agevolazioni per chi utilizza i mezzi pubblici, sono difficili da implementare. I dissuasori, come la riduzione dei parcheggi o l’aumento dei costi di utilizzo dell’auto, possono incontrare la resistenza dei cittadini e delle amministrazioni locali. Il testo evidenzia come il PUMS tenda a concentrarsi sull’aumento delle aree di parcheggio, piuttosto che sul potenziamento del trasporto pubblico, per non scontentare gli automobilisti. Questo approccio rischia di perpetuare il circolo vizioso che vede l’auto privata come la soluzione di trasporto preferenziale, a discapito di un sistema di mobilità più sostenibile.

Il trasporto pubblico a viterbo: Una questione di democrazia e inclusione sociale

Il potenziamento del trasporto pubblico non è solo una questione di efficienza o di sostenibilità ambientale, ma è anche una questione di democrazia, uguaglianza e inclusione sociale. Offrire un servizio di trasporto pubblico efficiente e capillare significa garantire a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro situazione economica o dalle loro capacità fisiche, la possibilità di partecipare alla vita cittadina, di accedere ai servizi, di lavorare, di studiare e di socializzare. Viterbo, con le sue frazioni e i suoi nuovi quartieri periferici, ha un’esigenza particolare di un trasporto pubblico ben organizzato.

Il caso di san martino al cimino: Un esempio di servizio inesistente

L’esempio di San Martino al Cimino, frazione di Viterbo, illustra chiaramente le carenze del servizio di trasporto pubblico. Gli orari ridotti degli autobus, soprattutto nei giorni festivi, limitano drasticamente le possibilità di spostamento per chi non possiede un’auto. L’ultima corsa feriale per San Martino al Cimino parte alle 19:30, impedendo di fatto di partecipare a eventi serali in città o di usufruire dei servizi. La situazione peggiora nei fine settimana e nei giorni festivi, con corse ancora più scarse e collegamenti inefficienti. Questo costringe i residenti a dipendere da passaggi da amici e parenti, limitando la loro autonomia e la loro partecipazione alla vita sociale.

Orari inadeguati: Un ostacolo alla vita sociale

Il testo fornisce dettagli precisi sugli orari degli autobus per San Martino al Cimino, sottolineando come questi rendano impossibile, per chi non possiede un’auto, partecipare a eventi serali o godere appieno della vita cittadina. La domenica, l’ultima corsa per il rientro a casa è prevista alle 16:40, oppure è necessario prendere un autobus fino a Belcolle-S.Rosa e poi percorrere quattro chilometri a piedi. Tutto ciò rende evidente come il servizio di trasporto pubblico sia inadeguato e non risponda alle esigenze dei cittadini. Questa situazione è inaccettabile da un punto di vista di servizio pubblico.

Un servizio che dissuade, invece di incoraggiare

Un servizio di trasporto pubblico inefficiente e con orari limitati, invece di incentivare l’uso dei mezzi pubblici, spinge i cittadini a utilizzare l’auto privata, anche quando non strettamente necessario. Questo contribuisce ad aumentare il traffico, l’inquinamento e la congestione urbana, creando un circolo vizioso che rende difficile la realizzazione degli obiettivi del PUMS. Il testo evidenzia come il servizio di trasporto pubblico a Viterbo, nella sua attuale configurazione, non sia in grado di soddisfare le esigenze dei cittadini.

Conclusioni: La necessità di un cambiamento radicale

Il fallimento del servizio di trasporto pubblico a Viterbo non è solo una questione di inefficienza, ma è anche una questione di giustizia sociale. Il PUMS dovrebbe essere l’occasione per ripensare radicalmente il sistema di mobilità urbana, garantendo a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro situazione personale, la possibilità di spostarsi in modo comodo, sicuro e sostenibile. Ciò richiede un impegno concreto per migliorare il servizio, aumentare le frequenze, ampliare le tratte e rendere il trasporto pubblico più attrattivo. Solo così si potrà superare la cultura dell’auto privata e creare una città più vivibile e inclusiva.