La maggioranza di centrodestra in Consiglio regionale della Lombardia ha respinto, con 39 voti contrari e 23 favorevoli, il passaggio alla trattazione degli articoli della legge di iniziativa popolare sulla sanità promossa dal Partito Democratico e sostenuta da oltre 100 mila firmatari lombardi. Si trattava della prima proposta interamente dedicata ai principi fondamentali dell’organizzazione sanitaria regionale, con l’obiettivo di riorientare il rapporto tra pubblico e privato e ridurre le liste d’attesa attraverso un rafforzamento del ruolo programmatorio della Regione.
Legge di iniziativa popolare
Poco prima della votazione, il capodelegazione PD in commissione Sanità, Carlo Borghetti, ha dichiarato in Aula:
“Forti di tutte le lombarde e tutti i lombardi che hanno sostenuto la legge di iniziativa popolare, la nostra lotta comunque continuerà. Credo che la destra lombarda abbia commesso un errore gravissimo bocciando la proposta e chiudendo la porta in faccia a centomila lombarde e lombardi che chiedono una cosa sola: il diritto a poter essere curati in tempi e condizioni dignitose. Evidentemente contano di più i budget di alcuni grandi gruppi della sanità privata profit e non si vuole mettere mano a un sistema che oggi palesemente ha bisogno di cambiamenti importanti. Una cosa che faremo presto è realizzare un centro per il rispetto del diritto alla salute”.
La proposta legislativa si concentrava sui primi articoli del Testo Unico regionale della Sanità, quelli relativi ai principi generali, e mirava a superare l’equivalenza tra sanità pubblica e privata convenzionata. Nella visione del PD, spetta alla Regione guidare l’offerta del privato che opera con risorse pubbliche, orientandola verso i bisogni effettivi dei cittadini, così da ridurre le attese per visite ed esami. Tra i punti più rilevanti, il pieno funzionamento di un Centro Unico di Prenotazione realmente unico, comprensivo anche delle prestazioni dei privati accreditati: annunciato dal 2016, non è mai entrato in funzione.
Perché il diritto alla salute non dipenda dal reddito
Sulla stessa linea si è espresso il segretario provinciale del PD di Sondrio, Michele Iannotti:
“Questo voto contrario è il segno della volontà di non cambiare la sanità in Lombardia. In provincia di Sondrio, dove ogni giorno raccogliamo segnalazioni di liste d’attesa sempre più lunghe per visite ed esami, serviva un segnale opposto: più governo pubblico dell’offerta e più programmazione. Continueremo a far sentire la nostra voce con azioni concrete, perché il diritto alla salute non dipenda dal reddito, ma sia un diritto garantito a tutte e a tutti”.
Preoccupazione condivisa anche dal responsabile Sanità e Welfare del PD provinciale, Marco Tam, che ha sottolineato come “la bocciatura colpisca proprio i principi della riforma: universalità, prevenzione, medicina territoriale e governo pubblico dell’integrazione col privato. Senza un CUP davvero unico e senza indirizzi regionali chiari sulle prestazioni da garantire, il rischio è quello di proseguire con percorsi diseguali e tempi intollerabili, specie nelle aree montane, sempre lontane dall’offerta di cure sanitarie della pianura lombarda. In provincia di Sondrio chiediamo tempi certi su CUP, potenziamento dei servizi territoriali e programmazione basata sul bisogno reale”.
Principi indispensabili
La legge di iniziativa popolare si fondava su quattro pilastri: universalità del servizio, rafforzamento della medicina territoriale, centralità della prevenzione e governo pubblico della programmazione tra pubblico e privato. I promotori ritengono che questi principi siano indispensabili per riportare coerenza, trasparenza e accessibilità al sistema sanitario regionale.
“Il Partito Democratico di Sondrio, insieme al PD lombardo e al Gruppo consiliare regionale, – concludono Borghetti, Iannotti e Tam – continuerà a mettere in campo ogni azione utile, coinvolgendo il territorio, per un cambio di passo radicale su sanità e welfare in provincia di Sondrio e in tutta la Lombardia, affinché a tutte e a tutti siano garantite prestazioni sanitarie appropriate e in tempi certi”.