Internazionale

Ti addormenti ubriaco in strada? In Giappone ti lasciano anche una bottiglietta d’acqua

Un gesto che racconta molto della cultura nipponica, dove anche l’eccesso di stanchezza o di sake è accolto con discrezione e umanità

Ti addormenti ubriaco in strada? In Giappone ti lasciano anche una bottiglietta d’acqua

Se crolli addormentato in strada dopo aver bevuto troppo, in Giappone non ti giudicano. Anzi, potresti svegliarti e trovare accanto a te una bottiglietta d’acqua gentilmente lasciata da uno sconosciuto, come piccolo gesto di solidarietà. Succede davvero, e non di rado.

Ti addormenti ubriaco in strada? In Giappone ti lasciano anche l’acqua

In molte città nipponiche, soprattutto a Tokyo e Osaka, è una scena abbastanza comune: uomini in giacca e cravatta distesi sul marciapiede, dormienti dopo una serata di bevute aziendali, con la ventiquattrore ancora accanto e la cravatta allentata. Nessuno li tocca, nessuno li deride. I passanti li sfiorano con discrezione, magari controllano che respirino e, nel dubbio, lasciano una bottiglietta d’acqua o una bevanda isotonica, utile al risveglio.

Rispetto prima di tutto

Questo comportamento non è frutto del caso, ma di una profonda forma di rispetto insita nella cultura giapponese. In Giappone, chi è ubriaco non viene visto come un “fallito”, ma come una persona che ha semplicemente perso il controllo per stanchezza o stress. La compassione prevale sul giudizio.

L’idea è che chi dorme per terra non sia pericoloso, ma semplicemente esausto, e che il suo riposo vada rispettato. Il gesto della bottiglietta d’acqua rappresenta quindi una forma silenziosa di aiuto, una piccola carezza urbana per chi, la sera prima, ha probabilmente alzato troppo il gomito dopo una lunga giornata di lavoro.

Le “nomikai”, ovvero le serate d’ufficio che finiscono in sbornia

Dietro questo fenomeno c’è una tradizione molto radicata: le “nomikai” (飲み会), le tipiche cene aziendali giapponesi dove colleghi e superiori bevono insieme, spesso fino a tardi.

Sono momenti di sfogo collettivo, considerati una parte importante della vita lavorativa: si beve per rilassarsi, per rafforzare i legami con il team, o semplicemente per lasciarsi andare dopo settimane di disciplina e silenzi.

Capita quindi che, finita la serata, qualcuno perda l’ultimo treno per tornare a casa o si addormenti lungo la strada, magari vicino alla stazione o davanti a un konbini (i piccoli market aperti 24 ore su 24).
È un fenomeno così diffuso da avere un nome: “nomisugi”, letteralmente “bere troppo”.

Tra stanchezza e sonno sociale: l’arte dell’inemuri

Non è raro, in Giappone, imbattersi in persone che dormono nei luoghi più impensabili: treni, ristoranti, uffici o panchine. Si chiama “inemuri”, e significa “dormire mentre si è presenti”.

È un comportamento socialmente accettato, considerato quasi una prova di dedizione al lavoro. Addormentarsi in pubblico, dunque, non è un segno di debolezza, ma di impegno: si dorme perché si è lavorato troppo, non perché si è pigri.

Il rischio per la sicurezza

Sebbene l’atteggiamento dei cittadini sia di supporto e rispetto, il fenomeno non è privo di rischi. Le autorità giapponesi hanno più volte lanciato campagne di sensibilizzazione rivolte agli automobilisti, invitandoli a prestare attenzione ai pedoni sdraiati o seduti lungo la carreggiata, soprattutto nelle ore notturne e in zone poco illuminate.

Le cronache locali registrano ogni anno incidenti legati agli ubriachi addormentati in strada, un problema che, pur affrontato con grande civiltà, continua a destare preoccupazione.

Eppure, nonostante i rischi, quel gesto della bottiglietta d’acqua resta uno dei simboli più affascinanti della cultura giapponese contemporanea: discreto, empatico e profondamente umano.