I disagi della violenta grandinata del luglio 2023 continuano a tenere vivo il dibattito politico e purtroppo a far sentire ai cittadini e agli imprenditori ancora le pesanti conseguenze dei danni ai tetti di case e imprese. Come se tutto ciò non bastasse, grosse sono anche le difficoltà burocratiche, sia dei cittadini sia degli enti comunali più colpiti dall’evento climatico estremo, ossia i Comuni del Saronnese e della Bassa Comasca, dovute all’incombenza della richiesta dei contributi alla Regione per i danni subiti a seguito dell’evento meteorologico avverso.
Dopo la grandine i disagi burocratici
Coloro che avevano presentato la domanda B1 nel dicembre del 2023 per la richiesta di contributi a seguito dei danni subiti, hanno in questi giorni ricevuto dalla Regione una mail per l’inizio della seconda fase. Dopo la conclusione della prima fase tra aprile e maggio, in cui i cittadini potevano chiedere un contributo di immediato sostegno fino a cinquemila euro, questa seconda fase è rivolta ai cittadini che hanno affrontato spese maggiori o non hanno richiesto il contributo immediato, pur avendo presentato la domanda B1.
La situazione non è semplice
La situazione non è però affatto semplice: a livello burocratico la seconda fase è infatti ancora più complessa, perché si parla di somme importanti ed è richiesta anche la perizia di un tecnico, che deve essere pagato dai cittadini, che quindi dovranno valutare se ne varrà la pena. Oltre al costo elevato per incaricare un professionista, senza avere la certezza che il contributo venga poi effettivamente erogato dalla Regione, c’è anche la difficoltà oggettiva di trovare un esperto disponibile nel poco tempo dato a disposizione: le domande di questo secondo contributo vanno infatti presentate entro il 5 novembre. «Oltre alla documentazione già allegata alle precedenti domande (fatture, quietanze, foto prima e dopo la riparazione, eventuali preventivi per i lavori ancora da eseguire, quietanza dell’indennizzo assicurativo, perizia della compagnia assicurativa ecc.) deve essere allegata una perizia asseverata redatta da un tecnico abilitato», comunicano le Amministrazioni comunali.
Ecco i comuni coinvolti
L’avvio della seconda fase non coincide con la conclusione della prima: i Comuni del Saronnese più coinvolti, come Caronno Pertusella, Cislago, Gerenzano, Uboldo e Origgio (sugli scorsi numeri abbiamo scritto di un problema analogo anche per la Bassa Comasca e in particolare per Turate), hanno ricevuto richieste da centinaia di cittadini e l’istruttoria è ricaduta completamente sugli uffici comunali, che, come ormai noto, non godono di personale in abbondanza e devono già affrontare una pesante attività ordinaria. Per questo sono ancora a metà del lavoro e hanno richiesto il personale in più, garantito dalla Regione attraverso Anci (Associazione nazionale comuni insieme), ma ancora non è arrivato nessuno e i Comuni si ritrovano, ancora una volta dal 2023 a oggi, a contare solo su se stessi.