Santa Margherita Ligure (GE)

Il concerto per la pace a Santa Margherita Ligure

Giovedì 23 alle 20:30 nella chiesa di San Siro

Il concerto per la pace a Santa Margherita Ligure

Un particolare “Concerto per la Pace” si terrà alla chiesa di San Siro a Santa Margherita Ligure giovedì 23 alle 20:30, organizzato dalla sezione “Pensiero, Arti & Culture – Tigullio” di DSP.

Concerto

“Si vis pacem, para pacem” (Se vuoi la pace, prepara la pace): tale è il titolo di un brano organistico di Glauco Cataldo, compositore napoletano scomparso una quindicina di anni fa.

All’organo Marin, Marco Ghiglione eseguirà pagine rare ispirate alla pace.

Il programma, che sarà illustrato dall’artista, si aprirà con l’Introduzione a “La leggenda di S. Elisabetta” di Franz Liszt. Elisabetta d’Ungheria, o di Turingia (Sárospatak, 1207 – Marburgo, 17 novembre 1231), fu una principessa ungherese, figlia del re Andrea II. Rimasta vedova, entrò nel Terz’Ordine Francescano dedicandosi a varie opere di carità e si ritirò nell’ospedale che aveva fatto erigere nel 1228 a Marburgo, dove si dedicò alla cura dei malati fino alla morte, sopraggiunta alla giovane età di ventiquattro anni. Venne proclamata santa da papa Gregorio IX il 27 maggio 1235. È patrona degli ospedalieri, delle società caritatevoli, dei fornai, e dell’Ordine Francescano Secolare.

“Quanta distanza fra la vita di Elisabetta, che diede la propria vita per soccorrere i poveri e i malati, e chi uccide o fa uccidere in guerre e genocidi, o si arma per poterlo fare! – commenta Ghiglione – Questo è il significato della presenza della magnifica e toccante pagina lisztiana all’apertura del concerto”.

Seguono rare composizioni, la prima di Luigi Bottazzo, “Invocazione alla Regina della Pace”, probabilmente la prima composizione su questo tema apparsa dopo il 5 maggio 1917, quando papa Benedetto XV, il papa “genovese” impose in piena guerra di aggiungere questa invocazione alla fine delle Litanie del Rosario. Il brano di Bottazzo, infatti, apparve subito dopo nel numero di luglio-agosto di una rivista di musica sacra dell’epoca.

Seguirà un brano altamente significativo, “Yasnaya Polyana”, composto dall’americano Harvey Bartlett Gaul, nato a Brooklyn e morto a Pittsburg in Pennsylvania, compositore, organista, maestro di coro e critico musicale. Il brano fu composto in ricordo di un “incidente” occorso a Lev Nikolàevič Tolstòj, il grande romanziere russo aurore di “Guerra e pace”, “Anna Karenina” ed altri capolavori, dalla vita travagliata e approdato al Cristianesimo.

 

“Ho inserito questo brano – spiega Ghiglione – per significare quel rispetto fra Pensieri, Arti e Culture che potrebbe, se permesso, servire da esempio a certo modo di fare politica. Purtroppo accade quasi sempre il contrario, con un tipo di Politica che, imponendosi alla Cultura, crea solamente disastri e vanifica ogni possibilità di dialogo e soluzione dei problemi”. I temi utilizzati da Gaul sono tratti da melodie popolari russe.

Un altro autore americano, Ralph Deane Sure, musicista assai religioso di elevata sensibilità artistica, ma anche diplomatico-politica, nel 1926 ha composto l’espressivo “Peace” per l’Esposizione di Philadelphia per i 150 anni della Dichiarazione di Indipendenza, ma, specifica l’autore,

 

“A ricordo dei 150 anni di pace fra i popoli di lingua inglese. Al di là della nazionalità dell’autore – spiega Ghiglione – ciò che mi interessa è che la celebrazione della fine di una guerra o, in questo caso, di una colonizzazione, si realizzi contando gli anni di pace e non della fine delle ostilità. Abbiamo molto da imparare da Ralph Deane Shure: a mio modo di vedere, da noi in Italia la seconda guerra mondiale non è ancora finita, altro che pace!”.

Concluderanno il programma due brani di Franz Liszt, una suggestiva elaborazione dell’Agnus Dei del Requiem verdiano, e il Preludio e Fuga sul nome BACH.
Il terzo “Agnus Dei” della Messa termina con “dona nobis pacem”, ma nella liturgia abbiamo anche il Gloria (…e pace in terra…), lo scambio del dono della pace, ed il finale “Andate in pace”. Il problema è: quale tipo di pace? Qui sarà necessario ricordare quanto disse papa Paolo VI.

“Per il Preludio e Fuga, ritengo quest’ultimo brano – dice Ghiglione – una potente dimostrazione di ciò che diceva il grande poeta Heinrich Heine: “Dove le parole finiscono, inizia la musica”.

Dopo uno svolgimento tormentato, decisamente guerresco e spesso cupo, ecco un finale potentemente luminoso e solare, cioè la pace, la fiducia nel futuro e la forza di ricominciare. Sfido chiunque, dopo aver ascoltato il brano, a provare sentimenti di odio: quella è la pace vera, non la semplice assenza di guerra. Recentemente, per giustificare l’aumento delle spese per gli armamenti, a livello ufficiale è stato richiamato il noto detto latino < Si vis pacem, para bellum > (se vuoi la pace, prepara la guerra), però con l’evidente aggressività del ben più veritiero, < Si vis bellum, para bellum > (se vuoi la guerra, prepara la guerra). Meglio il citato Glauco Cataldo con < Si vis pacem, para pacem >”. – così Ghiglione.