La “Milano Fashion Week donna”, uno degli eventi più attesi del panorama internazionale, ogni anno richiama nel capoluogo lombardo stilisti, buyer, giornalisti, influencer e appassionati da ogni parte del mondo. In occasione di questa iconica kermesse, l’assessore al Turismo, Marketing territoriale e Moda di Regione Lombardia, Barbara Mazzali, conferma e rafforza il proprio sostegno al fianco degli artigiani lombardi, supportando una filiera che rappresenta una delle punte di diamante del Made in Italy.
Si è appena conclusa la Milano Fashion Week: che bilancio possiamo trarne?
La moda resta un motore vivo per la Lombardia?
«Assolutamente sì. Anche questa edizione ha confermato la forza trainante della moda per Milano e per tutta la Lombardia. È stata una settimana speciale, dedicata a Giorgio Armani, simbolo eterno della creatività italiana nel mondo. Omaggiato in numerose sfilate, Armani rappresenta una scuola di pensiero oltre che di stile. Auspico che la sua eredità creativa possa ripartire proprio da qui, da Milano, dove la moda è nata e dove continua a reinventarsi. In Lombardia, moda e design parlano una lingua comune: quella del Made in Italy, riconosciuta nel mondo come eccellenza assoluta. Ma oggi questa identità si nutre anche di contaminazioni: tra artigianato e tecnologia, tra sostenibilità e lusso, tra cultura e impresa. È questa la forza del nostro sistema. Anche i numeri lo confermano: durante la Fashion Week di settembre l’indotto turistico ha toccato quasi 239 milioni di euro, con un incremento del 12,3% rispetto al 2024. Lo shopping resta il primo motore della spesa (46%), seguito da ristorazione, alloggi e trasporti. I visitatori sono stati oltre 149.000, di cui quasi la metà provenienti dall’estero, a testimonianza di un richiamo internazionale in crescita costante. Sommando l’edizione di febbraio, arriviamo a un indotto complessivo di 423,6 milioni di euro nel 2025: un risultato straordinario, che posiziona Milano tra le top 3 capitali mondiali della moda, accanto a Parigi e New York. E a fianco delle passerelle, si è confermata anche la forza culturale della settimana, con oltre 170 eventi collaterali tra mostre, talk, incontri e performance diffuse in tutta la città».
La moda è fatta di grandi marchi, ma anche di artigianato e piccole imprese. Quanto conta questo mondo in Lombardia?
«Conta moltissimo, direi che ne è la spina dorsale. In Lombardia, il sistema moda genera un valore di circa 26 miliardi di euro, con 28.000 imprese e oltre 180.000 addetti distribuiti soprattutto tra Milano, Varese, Brescia e Como. Ma il dato più significativo è che oltre la metà sono micro e piccole imprese, spesso a conduzione familiare: laboratori, atelier, terzisti, artigiani del dettaglio che rappresentano la memoria viva del Made in Italy. Milano da sola conta più di 11.000 imprese, su quasi 28.000 lombarde e circa 197.000 italiane. È un ecosistema che tiene insieme le maison storiche e i talenti emergenti, le scuole di moda e le manifatture, la ricerca sui nuovi materiali e le botteghe del “saper fare”. Non siamo solo numeri: siamo identità, bellezza e reputazione. Moda e design rafforzano la nostra immagine nel mondo, ma anche la nostra economia locale, attirando investimenti, turismo e formazione di qualità. Un esempio concreto è il Premio Maestri d’Eccellenza 2025, organizzato con Lvmh, la Fondazione Cologni e Confartigianato, che ha celebrato il valore dell’artigianato come leva strategica per il futuro. Il messaggio che vogliamo lanciare ai giovani è chiaro: la moda è anche mestiere che va oltre le passerelle, è impegno quotidiano, è costruzione di bellezza. Serve talento, ma anche passione e competenza».
Regione Lombardia ha un assessorato dedicato proprio a questi temi. In che modo supportate concretamente il settore?
«Il nostro impegno è costante. A metà settembre abbiamo lanciato il bando “Next Fashion”, aperto fino al 17 novembre 2025, che mette a disposizione 13 milioni di euro del Programma Regionale Fesr 2021-2027 per sostenere progetti innovativi nei settori tessile, moda e accessorio. L’obiettivo è duplice: accelerare la transizione digitale e sostenibile delle imprese e, al contempo, valorizzare l’eccellenza lombarda in ogni fase della filiera, dal concept creativo alla produzione, fino alla distribuzione e al riuso dei materiali. È una misura che vuole premiare chi sperimenta, chi investe in ricerca, tracciabilità, materiali green, ma anche chi mantiene viva la tradizione sartoriale. Una moda che guarda al futuro senza dimenticare le proprie radici. E non ci fermiamo qui: stiamo lavorando anche a nuove azioni di promozione internazionale, in collaborazione con Ice, Adi, Camera della Moda e Sistema Moda Italia, per sostenere i brand lombardi sui mercati esteri. La Lombardia vuole essere protagonista della moda che cambia, dove innovazione e sostenibilità camminano insieme all’identità del territorio».