Oltre seimila tifosi hanno invaso il piazzale della Curva Sud venerdì 17 ottobre per celebrare i 118 anni dell’Atalanta. Una serata dove il ricordo della storica vittoria di Dublino si è fuso con la memoria collettiva del club, culminando con lo scoprimento del monumento in marmo dedicato al primo trofeo europeo della storia nerazzurra.
La mostra delle maglie storiche
Alle 18:30 è partito il viaggio nel tempo con l’apertura di “Come una Seconda Pelle”, l’esposizione che ha riunito oltre 420 maglie storiche dell’Atalanta. Tra i 421 esemplari, 57 provengono dalla collezione privata di Bruno Arsuffi, mentre gli altri sono stati messi a disposizione da 13 altri collezionisti.
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Dalla casacca della finale di Coppa Italia del 1963 al numero 14 di Chicco Pisani, dalle leggende di Caniggia, Evair e Stromberg fino alle maglie di Zampagna e Pinilla esposte a testa in giù come simbolo delle loro rovesciate. «Chi custodisce le maglie con questa cura rispetta la storia dell’Atalanta» ha sottolineato l’amministratore delegato Luca Percassi a proposito dell’allestimento.
Aria di festa e tanti ospiti
Le tavolate hanno riempito il piazzale, con panini fumanti, salamelle, patatine fritte e fiumi di birra a accompagnare la festa popolare. Un’atmosfera di festa delle grandi occasioni, di convivialità. Del puro piacere di stare insieme.
Dalle 20.30 il palco della Curva Sud ha visto sfilare i nomi che hanno costruito la storia nerazzurra. Donadoni, Tiribocchi, Finardi, Bellini, Colantuono, Foscarini, Pasciullo, Ariatti, Magnocavallo, Magrin, Tissone, Migliaccio, Carrera, Moro, Sgró, Bonacina, Rivalta, Frezzolini, Pelizzoli, Bombardini, Calderoni, Gentile, Pacione, Caldara, Snidaro, Vertova e Messina.
Ogni nome ha scatenato applausi e riconoscimento. Poi il collegamento video di Claudio Caniggia, il figlio del vento che ancora oggi accende gli occhi e gli animi dei bergamaschi.
Trasmesso anche un video registrato dell’ex allenatore Gian Piero Gasperini. L’attuale mister della Roma ha parlato direttamente ai tifosi: «La vittoria dell’Europa League è stato il culmine di un percorso fantastico che abbiamo corso tutti quanti insieme e col presidente, con la società, con tutta la città, i tifosi, la squadra. È stato un qualcosa di straordinario che tutto il mondo ha apprezzato e che ha reso l’Atalanta apprezzata nel mondo».
Gasperini ha giustifcato la sua assenza: «Purtroppo il campionato domani c’è una partita importante che me lo impedisce». Poi la confessione: «Qualcuno mi rimprovera di non aver salutato, ma mi ero anche accorto che le parole potevano essere frutto di interpretazioni sbagliate di polemiche. Ho preferito che fosse il tempo e le azioni, i comportamenti a dire quanto invece l’affetto tra di noi rimarrà sempre indelebile. Quello che mi avete regalato è una vita felice e la mia riconoscenza è veramente grande».
La memoria dei registi
Beppe Manzi, regista di “Atalanta, una vita da Dea”, ha preso la parola insieme ad Andrea Zambelli, regista di “A guardia di una fede”, il film che racconta la storia del Bocia, lo storico capo ultras.
Zambelli ha dedicato un momento toccante agli amici scomparsi: «La dedica che c’è sotto la coppa a chi non ha mai potuto viverla, quando l’ho vista ho pensato agli amici scomparsi. Ma il mio pensiero è andato soprattutto al Claudio Galimberti (il Bocia, ndr), che questa coppa non ha potuto viverla come voleva a causa del regime repressivo a cui ancora oggi è sottoposto».
La vice della società
Il presidente Antonio Percassi si è congratulato con la piazza e con tutti i tifosi della Dea: «La forza dell’Atalanta è chiaro a tutti: abbiamo una tifoseria straordinaria, davvero forte. Il campionato è difficile, è duro, dobbiamo avere di base una tifoseria fantastica e voi lo siete. Grazie mille di cuore».
A fargli eco anche l’ex giocatore e ora collaboratore Raimondi: «Vedervi qui mi ricorda feste che facevamo anni fa a cui eravamo, e saremo sempre molto legati (la Festa della Dea, ndr). Spero possa rifarsi. Il vostro affetto è la nostra benzina sempre. Forza Atalanta».
Il capitano, Marten de Roon, ha tracciato un parallelo che ha esaltato il piazzale: «Mi ricorda mia prima serata qui a Bergamo, festa della Dea. Siamo un pochino meno in affetto e appartenenza, Bergamo gente Atalanta straordinario. Ci siete sempre in tanti questa serata per festeggiare, forse punto più alto storia trofeo vinto a Dublino una cosa meravigliosa. Voi ci seguite sempre, siete il dodicesimo uomo in campo. Vi ringrazio tanto. Come 10 anni fa: pota scec, forza Atalanta».
Djimsiti ha aggiunto: «Grazie per bella serata e sostegno che ci date sempre in ogni partita. Siete la spinta per noi in campo. Cerchiamo sempre di soddisfarvi ma sappiamo che ci sarete sempre. Diamo sempre tutto in campo». Anche Kolasinac, Pasalic, Rossi e mister Juric si sono affacciati alla folla, ricambiando l’affetto della piazza.
L’inaugurazione del monumento
Alle 21:30 è arrivato il momento che il piazzale attendeva da mesi. Con la sindaca Elena Carnevali, il presidente Percassi, i giocatori e il mister Juric davanti, il velo è caduto dalla statua. Alta due metri e mezzo, pesante cinque tonnellate, realizzata da Nicola Trapattoni e Cristoforo Giorgi, la Coppa dell’Europa League in marmo si è rivelata in tutta la sua imponenza davanti alla Curva Sud. Il boato si è mescolato ai fumogeni che hanno colorato il cielo notturno, i cori hanno riempito ogni angolo del piazzale.
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La Coppa originale invece, quella vera conquistata a Dublino il 22 maggio 2024, è stata portata da Zingonia da Luca Percassi ed è stata posizionata in una teca all’interno del museo dedicato alle maglie.
La statua non è frutto della visione di un solo uomo, bensì dell’unione di tutti i gruppi di tifosi dell’Atalanta. Oltre 15 mila adesioni da parte dei supporter nerazzurri hanno permesso di raccogliere le decine di migliaia di euro necessari per realizzare l’opera.
È stato un progetto collettivo dove le Curve, le associazioni e i singoli tifosi si sono mossi all’unisono attorno a un’idea semplice: monumentalizzare il ricordo della loro Dea campione d’Europa.
L’estrazione della lotteria ha chiuso la serata calcistica, con il piazzale che poi si è gradualmente svuotato. Ma la statua rimarrà lì, davanti alla Curva Sud della New Balance Arena, a ricordare ai bergamaschi e al mondo intero che quella notte di maggio non fu un sogno, ma la realtà più bella che l’Atalanta abbia mai vissuto.