La Guardia di Finanza, tra Mantova e Brescia, ha scoperto un sistema di frode fiscale da oltre 100 milioni di euro basato su fatture false e riciclaggio tramite società di comodo e conti esteri. Le indagini hanno portato a perquisizioni e all’individuazione di un sodalizio criminale con strutture sia italiane che estere.
Maxi frode fiscale
Un sistema di frode fiscale di dimensioni milionarie è stato smascherato dalla Guardia di Finanza, che ha operato congiuntamente attraverso la Compagnia di Desenzano del Garda e la Tenenza di Castiglione delle Stiviere, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Brescia. Le indagini hanno portato alla luce un meccanismo basato sull’emissione di fatture false per oltre 100 milioni di euro. Eseguite perquisizioni in abitazioni e uffici aziendali.
Il sodalizio criminale
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, un’organizzazione criminale attiva tra le province di Brescia e Mantova offriva ai propri clienti un vero e proprio “pacchetto completo”: emissione di fatture per operazioni inesistenti e successivo riciclaggio dei proventi illeciti.

Le società cartiere
Il gruppo avrebbe creato numerose imprese di comodo, sia in Italia che all’estero, intestate a prestanome compiacenti. Queste società “fantasma” venivano utilizzate per emettere documenti fiscali falsi, a fronte dei quali i clienti effettuavano bonifici. Le somme, una volta ricevute, venivano successivamente riciclate attraverso diversi canali.
I meccanismi del riciclaggio
Il denaro proveniente dalle fatture fittizie seguiva due percorsi principali. In una prima fase, i fondi venivano trasferiti su conti correnti esteri e successivamente prelevati in contanti, per poi essere riconsegnati agli utilizzatori delle false fatture, al netto di una commissione variabile tra il 5% e il 22%. In una seconda fase, il sodalizio si sarebbe affidato a soggetti di origine cinese in grado di fornire liquidità immediata, dietro compenso di una provvigione pari al 3% dell’importo trasferito.

Le perquisizioni
Per consolidare le ipotesi investigative e raccogliere ulteriori elementi di prova, la Guardia di Finanza ha eseguito perquisizioni in diverse abitazioni e uffici aziendali riconducibili agli indagati. All’operazione hanno partecipato oltre 30 militari dei Comandi provinciali di Brescia e Mantova.
Il provvedimento di perquisizione si basa sugli elementi probatori raccolti fino a questo momento. Resta comunque valida la presunzione di innocenza per gli indagati, in attesa dell’esito definitivo del procedimento giudiziario.
