Don Silvio ha compiuto cent'anni
«Se tornassi indietro rifarei tutto esattamente uguale - aveva concluso - Continuo a ringraziare il Signore ogni giorno per la vita che ho avuto».

Ben 55 gli anni vissuti a Vimercate, 72 quelli di sacerdozio e, da una settimana, raggiunti i 100 da uomo di fede. Tagliato l’atteso traguardo da don Silvio Villa. Il sacerdote, al servizio della comunità vimercatese da oltre cinquant’anni, ha iniziato il suo secondo secolo di vita.
La festa
Cento le candeline soffiate presso la Casa Famiglia San Giuseppe di Ruginello, dove risiede dal 2020. La Messa al mattino insieme a don Maurizio Rolla e don Silvano Brambilla e nel pomeriggio il taglio della torta a sorpresa vissuto con gli altri ospiti, il personale e i nipoti.
Non sono mancati gli auguri speciali ricevuti dall’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini che ha voluto incontrare di persona don Silvio, portando al sacerdote più anziano della diocesi l’omaggio della sua visita.
La sua storia
Nato e cresciuto a Sesto, don Silvio, ha vissuto con la madre Clara Agnese e il fratello Giuseppe, maggiore di un anno, perdendo da piccolissimo il padre Ambrogio di ritorno dalla guerra. Appena quindicenne il lavoro presso la ditta «Marelli» e presto la vocazione, vissuta come una vera e propria chiamata.
«Un giorno stavo tornando in ufficio e ho avuto una folgorazione - aveva raccontato al giornale in un’intervista - Non lo so spiegare, una folgorazione».
L’inizio degli studi a Valle Colorina purtroppo interrotti dal secondo conflitto mondiale.
«Stavo sempre in oratorio, ma alla fine mi sono dovuto arruolare. Sono andato in Germania, imbarcato dieci mesi nel ‘44, ma grazie al mio comandante non sono mai andato al fronte. Ho vissuto a Parma, giunto lì con i partigiani, la liberazione poi degli Americani e il ritorno a casa».
Quindi, la ripresa degli studi e l’ordinazione sacerdotale nel 1953.
Dal ‘70 il servizio a Vimercate, seguendo i molti progetti parrocchiali, le famiglie, gli studenti e i pellegrinaggi insieme al Gruppo Unitalsi. Da sempre l’attenzione ai giovani incoraggiandoli a non seguire false notizie, a cercare la verità, lo studio e ad essere coraggiosi.
Nella semplice umiltà di chi è grato senza pretese, in quella costanza di fede e speranza che è il coraggioso cammino di pochi, don Silvio prosegue la sua quotidianità nell’rsa di via Cantore, nella città che lo circonda con affetto e gratitudine.
«Se tornassi indietro rifarei tutto esattamente uguale - aveva concluso - Continuo a ringraziare il Signore ogni giorno per la vita che ho avuto».