Il Bosco delle Magnolie si trasforma in rifugio abusivo tra degrado e rifiuti
Un tempo oasi verde e polmone cittadino, oggi scenario di occupazione e incuria. Il parco di Romano si trasforma in accampamento improvvisato, tra materassi tra i cespugli e pentole sui muretti.
Un tempo oasi verde e polmone cittadino, oggi scenario di occupazione e incuria. Il parco di Romano si trasforma in accampamento improvvisato, tra materassi tra i cespugli e pentole sui muretti.
Dal verde al grigio: il lento declino del Bosco delle Magnolie
C’era una volta un parco. Progettato per offrire un angolo di quiete tra alberi, sentieri e panchine, il Bosco delle Magnolie di Romano era nato come spazio pubblico a disposizione di famiglie, sportivi e amanti della natura. Un piccolo polmone verde a ridosso del centro cittadino, capace di coniugare svago e sostenibilità. Oggi quel sogno è svanito. A sostituirlo, uno scenario che lascia spazio solo a indignazione e amarezza. Passeggiare tra gli alberi significa imbattersi in cumuli di rifiuti, bottiglie rotte, resti di bivacchi e giacigli improvvisati. La vegetazione, un tempo curata, è ora incolta, soffocata da plastica e degrado. Non si tratta più solo di incuria: il parco è stato trasformato, nel silenzio generale, in rifugio notturno per chi non ha più un tetto. Quella che doveva essere un’oasi verde è diventata una zona franca di marginalità e abbandono.
Letti tra i cespugli e cucine da campo
A segnare il punto di non ritorno è la presenza sempre più evidente di strutture di fortuna. Tra i cespugli, nascosto ma non troppo, un materasso con lenzuola, coperte e oggetti personali svela l’uso costante e organizzato di un giaciglio notturno. Un letto sotto le stelle? No, un riparo abusivo sorto nel cuore della città. A pochi passi, nei pressi delle centraline elettriche, la scena cambia ma il senso resta: padelle, piatti e bottiglie sono disposti come in una cucina da campo. E tra i rifiuti, non mancano neppure tracce inquietanti di attività notturne: preservativi usati e involucri di farmaci disseminati sul terreno disegnano uno scenario che evoca non solo disagio sociale, ma anche rischi igienico-sanitari e insicurezza.
Silenzio e abbandono
La trasformazione del Bosco delle Magnolie non è un fatto isolato, ma il risultato di anni di disattenzione. Già a inizio estate, una prima segnalazione pubblica aveva denunciato la deriva dell’area, invocando un intervento delle autorità locali. Ma alle parole non sono seguiti fatti. Nessun presidio, nessuna soluzione concreta. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un’area pubblica, frutto di investimenti e progettazione urbana, oggi ostaggio di degrado e occupazione. Un caso emblematico di “housing alternativo” che nasce non per scelta, ma per necessità e disinteresse istituzionale. Dietro questa vicenda, si nasconde un campanello d’allarme più ampio: quello di una città che lascia soli i più fragili e abbandona i suoi spazi comuni. Il Bosco delle Magnolie è oggi il simbolo di un triplice fallimento: ambientale, per l’assenza di manutenzione; sociale, per l’abbandono delle fasce deboli, urbano, per la perdita di uno spazio che avrebbe potuto unire la comunità.