Jacopo, morto a causa di un folle. La toccante lettera della madre
"Nessuno ha diritto di togliere la libertà o la vita a un’altra persona. La violenza non può mai essere amore"

«In data odierna, la Polizia di Stato, costantemente coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Torino nei confronti di un uomo gravemente indiziato per i gravissimi fatti verificatesi la notte del 30 giugno scorso in via Nizza 389, qui a Torino».
Sono le 17.47 di sabato 5 luglio (ma la notizia era già nell’aria da alcune ore) quando un comunicato stampa della Questura conferma voci che sembravano impossibili da credere.
L’esplosione che è costata la vita a Jacopo Peretti, 35enne di Mazzè che da qualche anno viveva a Torino per motivi di studio e lavoro, non è stata un incidente, ma il gesto folle, secondo gli inquirenti, di tal Gianni Zippo, 40 anni, guardia giurata, che per gelosia aveva deciso di dar fuoco all’appartamento in cui viveva la sua ex compagna, in quei giorni all’Isola d’Elba con il nuovo fidanzato.
Jacopo, morto a causa di un folle. La toccante lettera della madre
La verità più inquietante del gesto doloso portata alla luce dopo una settimana dall’esplosione non cambia però il dolore di una madre che ha perso il suo unico figlio, Jacopo Peretti. La verità giudiziaria farà il suo corso ma il lutto segue regole diverse, e l’enorme dolore resterà sempre immutato per Marzia Grua, la mamma di Jacopo, che, nonostante lo strazio, ha trovato la forza di scrivere una lettera.
Questo il testo: «Mio figlio ha perso la vita in una tragica esplosione nel suo appartamento. In un primo momento si era pensato a un incidente, ma da quanto risulterebbe dalle indagini in corso, potrebbe essersi trattato di un atto doloso, nato da un gesto di violenza contro una donna.
Jacopo non c’entrava nulla. Sarebbe stato coinvolto solo perché si trovava nel posto sbagliato nel momento sbagliato. La sua morte, se tutto venisse confermato, sarebbe legata a una storia di ossessione, rifiuto e violenza: un femminicidio.
Come madre provo un dolore che non si può spiegare. Ma voglio che serva a dire una cosa semplice: nessuno ha diritto di togliere la libertà o la vita a un’altra persona. La violenza non può mai essere amore. E nessun innocente dovrebbe pagare con la vita le scelte sbagliate degli altri.
Chiedo rispetto, silenzio e verità. Per Jacopo. E per tutte le vittime della violenza».
Il commento del vicesindaco di Mazzè Bruno Mila
Questo il commento del vicesindaco di Mazzè Bruno Mila: «La lettera di questa madre è un gesto di profondo amore che rende onore non solo alla memoria di suo figlio, ma anche ai valori che egli ha rappresentato durante la sua breve vita. Mi unisco insieme al sindaco Marco Formia al dolore di questa famiglia. Il nostro paese è stato colpito da una grande tragedia».
La messa di suffragio
Ed il paese intero ha risposto all’iniziativa di don Alberto Carlevato che in attesa dei funerali (QUI la data) ha organizzato un momento di preghiera per Jacopo alla fine della Messa delle 10 di domenica 6 luglio. La preghiera si è svolta nel settimo giorno della sua scomparsa, in attesa dei funerali, non ancora stabiliti. C’era tanta gente desiderosa di stringersi in un abbraccio affettuoso ai familiari, alla mamma Marzia, seduta nel primo banco, e al nonno Severino. Gli amici di sempre, i parenti, tanti conoscenti hanno pregato vicino a loro, portandogli conforto in questo doloroso momento. La chiesa dei Santi Gervasio e Protasio era gremita, proprio quella chiesa dove Jacopo aveva un tempo cantato all’interno del coro parrocchiale ed aveva pregato assieme ad altri animatori dell’oratorio, mentre adesso a pregare è stato tutto il suo paese per lui.