Minacce, degrado e droga: giovani senza freni in darsena
L'appello del Comune ai genitori: “Intervenite per la sicurezza dei ragazzi o saremo costretti a denunciare anche i minori”

“È il momento che le famiglie intervengano in modo deciso, altrimenti le Istituzioni dovranno prendere provvedimenti necessari per garantire la sicurezza dei residenti.” Con queste parole il Comune di Dervio, guidato da Stefano Cassinelli, lancia un appello pubblico ai genitori dei ragazzi che, ormai da quattro anni, si radunano nell’area della darsena in piazza della chiesa creando una situazione sempre più insostenibile per la comunità.
Minacce, degrado e droga: giovani senza freni in darsena
Quella che inizialmente sembrava una normale esigenza di aggregazione giovanile si è trasformata, nel tempo, in un fenomeno preoccupante. “Ogni anno la situazione peggiora – spiegano dal Comun attraverso una nota in rete – con danneggiamenti alla proprietà privata e pubblica, danni alle barche, situazioni di pericolo e perfino minacce ai residenti.” Le istituzioni, compreso il Comune, la Polizia Locale e i Carabinieri, hanno più volte cercato il dialogo con i giovani e con le loro famiglie, senza tuttavia ottenere i risultati sperati.
Secondo un recente report dei Carabinieri, la situazione ha raggiunto livelli critici: si segnalano consumo di stupefacenti, imbrattamento di muri e continui danneggiamenti. “I residenti sono esasperati – sottolineano dal palazzo municipale – e ora siamo di fronte a un bivio: o le famiglie si assumono le proprie responsabilità o dovremo procedere con provvedimenti amministrativi e denunce, anche nei confronti dei minori.”
I Carabinieri stessi chiedono ora l’adozione di misure più incisive per permettere un controllo più efficace da parte delle forze dell’ordine. Il rischio, evidenziano le autorità, è che la situazione degeneri ulteriormente, compromettendo non solo la sicurezza pubblica ma anche la convivenza civile.
Il Comune valuterà nei prossimi giorni l’adozione di ordinanze restrittive e altri strumenti normativi, ma resta ferma la volontà di risolvere la situazione prima di arrivare a misure estreme. “Serve una responsabilizzazione collettiva – concludono gli amministratori – a partire dalle famiglie. Non possiamo più permetterci di chiudere gli occhi.”