Internazionale

"L'ultimo Papa della storia della Chiesa si chiamerà Pietro": origini, interpretazioni e controversie della Profezia di Malachia

Ogni volta che ci si avvicina all'elezione di un Papa si torna a parlare di questo enigmatico scritto

"L'ultimo Papa della storia della Chiesa si chiamerà Pietro": origini, interpretazioni e controversie della Profezia di Malachia
Pubblicato:
Aggiornato:

Ogni volta che ci si avvicina all'elezione di un Papa, torna di attualità la Profezia di Malachia, uno dei temi più affascinanti e discussi nella storia della Chiesa cattolica. Si tratta di una lista di 112 brevi motti latini che, secondo la tradizione, sarebbero stati scritti dal vescovo irlandese Malachia di Armagh nel 1139. La profezia predirebbe una serie di papi fino al "finale" della storia papale, con il nome dell'ultimo Papa associato a eventi di grande portata, che, secondo alcuni, prefigurerebbero la fine del mondo.

Ma stiamo parlando di qualcosa di reale o di una bufala tramandata nei secoli?

Le origini della Profezia di Malachia

La Profezia di Malachia venne scoperta per la prima volta nel 1590, quando fu pubblicata dal teologo e storico romano Arnoldo di Wyon, che la trovò in un manoscritto custodito nell'archivio Vaticano. Il testo è una lista di motti che descrivono ogni Papa da Celestino II (eletto nel 1143) fino al Papa dell'ultimo tempo, chiamato "Peter il Romano" ("Petrus Romanus").

Ogni Papa della lista è associato a una breve frase o motto che sembra descrivere un aspetto particolare della sua vita, del suo pontificato o delle sue caratteristiche. La vera e propria interpretazione del testo è oggetto di discussioni e controversie: alcune persone credono che le frasi siano predizioni precise, mentre altri sostengono che siano state scritte retroattivamente per adattarsi agli eventi storici che si sono verificati nel corso dei secoli.

Interpretazioni e significati

Ogni "motto" della profezia è stato interpretato in vari modi, spesso in relazione alle caratteristiche dei papi o agli eventi che segnarono il loro pontificato. Ecco alcuni esempi significativi:

  1. "De Medietate Lunæ" (Della metà della luna) - Questo motto è stato associato a Papa Giovanni Paolo II. Molti ritengono che si riferisca al fatto che il pontificato di Giovanni Paolo II iniziò a metà del XX secolo, un'epoca segnata da grandi cambiamenti, simbolizzati dalla "mezzaluna".

  2. "De Labore Solis" (Del lavoro del sole) - Questo motto è stato spesso legato al pontificato di Papa Giovanni XXIII, che ha intrapreso importanti riforme nel Concilio Vaticano II, una "luminosa" epoca di rinnovamento.

  3. "Gloria Olivae" (La gloria dell'ulivo) - È stato associato a Papa Benedetto XVI, in quanto l'ordine monastico cui apparteneva il suo nome, i Benedettini, ha come simbolo l'ulivo, rappresentando così un ritorno alla spiritualità e alla meditazione.

  4. "Petrus Romanus" (Pietro il Romano) - Questo è l'ultimo motto della profezia e il più enigmatico. È stato interpretato come il nome dell'ultimo Papa, il quale sarebbe vissuto durante un periodo di grande caos e conflitto, segnando la fine della Chiesa e, secondo alcuni, la fine del mondo.

La leggenda e la realtà

Molti studiosi e storici, tuttavia, mettono in dubbio l'autenticità della profezia di Malachia. Alcuni suggeriscono che le frasi siano state create retroattivamente per adattarsi agli eventi, e che la lista sia stata manipolata nel corso dei secoli per sembrare una profezia veritiera. La sua apparente precisione è quindi oggetto di dibattito, con alcuni che la considerano una vera e propria curiosità storica, mentre altri la vedono come una "profezia" che offre spunti per la speculazione religiosa.

Una delle teorie più diffuse è che il testo non fosse davvero un documento profetico, ma una creazione storica voluta per dare un senso alla successione papale, visto che la Chiesa si trovava, in quel periodo, in un'epoca di forti crisi politiche e religiose.

La Profezia e Papa Francesco

Con l'elezione di Papa Francesco nel 2013, i seguaci della profezia hanno iniziato a cercare corrispondenze tra la sua figura e il motto a lui associato. Alcuni credono che il suo pontificato corrisponda al "Petrus Romanus", suggerendo che Francesco sarebbe l'ultimo Papa prefigurato dalla profezia. Su questo fatto, eventualmente, avremo risposta molto a breve...

Scritta da un falsario?

Una delle teorie più diffuse tra gli studiosi è che la Profezia di Malachia potrebbe non essere una vera e propria profezia, ma piuttosto un'opera di falsificazione creata per motivi di profitto e influenza religiosa. In questo contesto, la profezia potrebbe essere stata scritta da un autore anonimo, forse un monaco o un ecclesiastico del XVI secolo, con l'intento di ottenere fama, credibilità e, soprattutto, vantaggi materiali e spirituali.

La teoria del falsario si basa sul fatto che la profezia è stata resa pubblica proprio in un periodo di grande turbolenza politica e religiosa, durante il quale i papi e la Chiesa cattolica erano sotto una forte pressione. Il 1590, anno della sua prima pubblicazione, fu un periodo segnato da profondi conflitti all'interno della Chiesa, con il papato alle prese con una crisi di legittimità e autorità. La possibilità di associare il nome di un vescovo come Malachia, noto per la sua erudizione e spiritualità, avrebbe conferito credibilità a un testo che altrimenti sarebbe potuto passare inosservato.

Inoltre, i motti descrittivi associati a ciascun Papa sembrano essere scritti in modo tale da adattarsi a eventi storici già noti, il che suggerisce una manipolazione retroattiva. L'autore avrebbe, quindi, avuto l'intenzione di scrivere un testo che sembrasse profetico, ma che in realtà rifletteva i fatti già accaduti. Un altro possibile obiettivo del falsario sarebbe stato quello di attirare l'attenzione dei fedeli e dei critici della Chiesa, sfruttando il fascino delle "profezie" per guadagnarsi il favore di chi cercava segni mistici e spirituali.

Infine, la profezia potrebbe essere stata diffusa anche per ottenere vantaggi materiali, come la vendita di manoscritti e libri, o per influenzare il corso degli eventi religiosi, creando una sorta di "autorità profetica" che avrebbe permesso al falsario di guadagnare potere o influenza all'interno della Chiesa o di una specifica comunità. Se la profezia fosse stata davvero scritta per scopi di lucro, il suo successo potrebbe essere dovuto proprio alla capacità dell'autore di sfruttare le paure e le speranze di un popolo desideroso di comprendere il destino della Chiesa e del mondo.